27/02/1977 - Vespro I Domenica Quar

Sant'Ilario d'Enza, 27/02/1977
Catechesi al Vespro

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“Cuore di Gesù, fonte di vita e di santità abbi pietà di noi”. Gesù stesso ha detto: “Chi ha sete venga a me” (Gv 7, 37). L’immagine, dunque, è biblica e tante volte i profeti parlano fin dalla Genesi, di un’acqua che salva, che dà vita, mentre il peccato e le opere del peccato sono paragonate ad acque inquinate. Ricordate il paragone del profeta: “Hanno abbandonato me fonte d’acqua viva e si sono scavati delle cisterne dissipate, delle cisterne che non possono contenere un’acqua pura” (cfr. Ger 2, 13). Il paragone allora, ci porta a dire: Gesù come origine di una vita soprannaturale. Gesù infatti, ci ha redenti per donarci una vita, non semplicemente per arricchirci di doni: “Io sono venuto - l’ha detto lui - perché abbiano la vita e l’abbiano in sovrabbondanza” (Gv 10, 10). È venuto per darci una vita. Certamente non è la vita naturale, non è la vita umana, è una vita che s’innesta nell’umano e lo trasforma: la vita della grazia. Gli uomini avevano perduta la grazia, per la loro ribellione, per la loro ricerca sbagliata di felicità; l'avevano perduta, sembrava, irrimediabilmente. Il Signore Gesù è venuto e col suo sangue ce l’ha data, col suo tormento ce l’ha meritata. Basterebbe dire questo per dire tutta la preziosità di questa vita, quando per averla, c’è voluto un Dio che si facesse uomo, un Dio che nella sua umanità, soffrisse, penasse, morisse. Dal prezzo si conosce il valore di una cosa. Questa vita è costata a Gesù dei tormenti inenarrabili, è costata a Gesù un prezzo veramente terribile. Perciò è grande questa comunicazione che lui ci fa, ma guardiamo: di che natura è questa vita? Ancora lui ce lo dice: “Se uno mi ama - soggiunge - se uno mi ama, il Padre ed io verremo da lui e faremo dimora presso di lui” (cfr. Gv 14, 23). Ecco,il dono della grazia, è una comunicazione della Trinità: con la vita divina, viene in noi una comunicazione meravigliosa di tutta la Trinità. In noi viene ad essere un tesoro, non più creato: infatti, la grazia dell’abitazione della Trinità in noi, si chiama grazia increata, perché Dio si manifesta e si dona all’anima. Si manifesta qui in terra nella fede, si manifesterà a faccia a faccia nella gloria. Allora la vita della santissima Trinità viene in noi e la Santissima Trinità ci dona la possibilità di essere simili al Cristo, di possedere qualche cosa per cui possiamo essere incorporati a Cristo, essere membra sue. La grazia è perciò un’incalcolabile comunicazione di amore: il Cuore di Gesù ci ha dato più che noi non osassimo immaginare o sperare. Ci ha uniti a sé strettamente, sicché formiamo un unico corpo con lui. Ognuno di noi sa di essere membro di Cristo e in questa grazia, c’è tutta la nostra gioia. Guardiamo allora di domandare al Cuore di Gesù di essere fedeli, che ci sostenga con il suo amore, perché non veniamo mai meno, perché non poniamo la nostra anima in una posizione di inconciliabilità, non poniamo la nostra anima in rigetto del suo amore. Il Signore si degni allora, mantenerci nella sua carità fino in fondo, quando la carità sboccerà poi nella gloria.

CODICE 77BSV01340N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 27/02/1977
OCCASIONE Catechesi al Vespro
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI 21- Fonte di vita
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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
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