Siamo giunti alla ventesima invocazione. Dice: “Cuore di Gesù, ricco per tutti quelli che t’invocano, abbi pietà di noi”. Che Gesù sia ricco, è superfluo dimostrarlo. Gesù nell’ultima cena, diceva rivolto al Padre nella sua preghiera sacerdotale: “Tutto quello che è tuo è mio e tutto quello che è mio, è tuo”. In Gesù, il Padre celeste ha riversato ogni ricchezza, lo ha posto così per la salvezza di tutta l’umanità. E l’umanità santa del Cristo, ha realizzato dei meriti infiniti: ogni azione che faceva era un merito infinito e quante ne ha fatte e quanto dolorose e quanto caritative! Tutta la vita del Signore. è stato un dono mirabile. Chi può dire quanti meriti ha accumulato Gesù? Non solo coi suoi meriti ha potuto salvare il mondo, ma avrebbe potuto salvare milioni di mondi! “Le inenarrabili ricchezze di Cristo” (cfr. Ef 3, 8) dice san Paolo. Inenarrabili! Quanto c’è in lui, non lo possiamo neanche immaginare. Ecco perché insieme al dono del Padre, ci sono i suoi meriti, ecco perché insieme al fiume che in lui ha riversato il Padre, c’è il fiume che lui si è acquistato in tutta la sua vita, particolarmente con la sua passione e morte. Aveva detto di sé: “Io faccio sempre quello che piace al Padre mio” (cfr. Gv 5, 30; Gv 14, 31). Ecco perché noi siamo ricchi in lui e lui diffonde la sua ricchezza a tutti quelli che lo invocano, per tutti. È una miniera inesauribile. Di lui godiamo su questa terra, di lui godremo per l’eternità, tutta l’eternità è in quest’ordine. Tutta l’eternità sarà beata, perché sarà guardando lui e per i suoi meriti, per le sue grazie, per i suoi doni. Perciò, quando pensiamo che abbiamo Gesù così ricco e che Gesù è per noi, ci stupiamo che restiamo così poveri! Restiamo così poveri, perché non ci mettiamo veramente con la fede a contatto con lui, perché non lo invochiamo, perché troppe volte con la nostra indifferenza con la nostra pigrizia, con la nostra cattiveria, erigiamo una barriera di divisione tra noi e lui. Pensate solo alla ricchezza che Gesù diffonde nell’Eucaristia: quanti tesori di grazie in ogni Messa, quanti tesori nelle comunioni, quanti tesori nella sua presenza adorabile! Veramente non possiamo che esclamare: “Com'è soave il Signore!”. Dobbiamo rallegrarci tanto, ma nello stesso tempo che ci rallegriamo, dobbiamo fare un serio esame su noi stessi, dobbiamo esaminarci fino in fondo come sappiamo prendere. Per prendere è necessaria la fede, una fede viva, per prendere, è necessario un senso continuo di purificazione, perché il peccato ostacola il profluvio di queste grazie. Per ricevere, dobbiamo particolarmente intrecciare con lui una relazione di amore. Per prendere, noi dobbiamo veramente distaccarci da tutte le cose del mondo, perché ricordiamo la sua parola: “Non si può servire a due padroni” (Mt 6, 24), perché o si serve l’uno e si disprezza l’altro, o viceversa. Non si può ricevere da Gesù e ricevere dal mondo, non si può godere di Gesù e godere del mondo, perciò è troppo giusto che ognuno di noi si purifichi, di una purificazione profonda e accresca la sua fede. Particolarmente nell’Eucaristia, lo sappiamo, quanto potremmo essere santi dopo le Messe e le comunioni ricevute. Se siamo così imperfetti, se siamo così peccatori, è dovuto proprio alla nostra colpa. Andiamo dunque a quel Cuore santissimo e cerchiamo di avere molta stima della nostra relazione con lui. Andiamo da quel Cuore santissimo e avremo veramente tutto: la grazia, la gioia, la forza, la pace, le grazie per noi, le grazie per gli altri.
CODICE | 77AFV01331N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 16/01/1977 |
OCCASIONE | Catechesi al Vespro |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | 20- Ricco per tutti quelli che t’invocano |
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