Parlavamo domenica di Gesù re e centro di tutti i cuori nell’ordine della verità. Oggi meditiamo sul cuore di Gesù che è centro di vita, che è centro di salvezza; e la nostra meditazione viene ancora più propria oggi che abbiamo meditato la trasfigurazione. Voi ricordate di che cosa parlava Gesù con Mosè ed Elia? Parlava della sua Passione, era una grande gloria, era qualcosa che attirava potentemente gli apostoli: “Signore, com’è bello stare qui” (Mt 17, 4), ma loro parlavano della Passione! Ecco, vediamo la grande linea: il dolore e la gioia, quello che noi poi chiameremo il “mistero pasquale”. Gesù redime l’umanità attraverso la croce, attraverso la croce avviene la gloria della risurrezione: d’ora innanzi non si potrà più fare altrimenti. Il Signore ha posto questa centralità, ha fatto questa sua scelta, l’ha fatta per Lui, l’ha fatta per tutti noi, nell’ordine della volontà stessa di Dio, del Padre celeste, ogni uomo che vuole arrivare alla gloria, alla risurrezione, colui che vuole molta gioia, deve passare per la croce, per il dolore. La croce non è il termine, è il passaggio, ma è il passaggio obbligato. Ecco Gesù centro: è così! Lui ha fatto per primo, Lui si presenta a noi come modello. La nostra meditazione sul mistero della trasfigurazione è allora in questo senso forte, potente: si illude chi pensa il cristianesimo come una strada facile, si illude chi, presentando il cristianesimo, tenta di presentarlo, così, snaturato in una falsa dolcezza, in una falsa tranquillità. Gesù è centro perché ci dice che non è possibile, assolutamente, arrivare alla gioia per un’altra strada; il cristianesimo è una lotta con Lui ed è solo così una vittoria e una pace con Lui! Ecco perché chi vuole essere cristiano deve arrivare alla trasfigurazione attraverso una lotta, attraverso un impegno, attraverso un superamento continuo, ognuno di noi sa com’è duro. Si parlerà di “morire”, e la frase voi sapete che la troviamo proprio in san Paolo, cioè nella piena rivelazione. L’uomo deve morire, se non muore l’uomo vecchio non può nascere l’uomo nuovo. Cioè l’uomo non è chiamato a piangere tutta la vita, non è chiamato a fare delle cose tristi, l’uomo è chiamato a superare le difficoltà, a superare il male in se stesso, a superare il male che è attorno a sé, è invitato ad una ascesi cioè a un continuo sforzo, che è quello proprio che porta alla pace e alla gioia. Quelli quindi che abbandonano il cristianesimo, col pretesto che il cristianesimo non dà la gioia, si sbagliano! Evidentemente se hanno fatto una prova, hanno fatto una prova falsa. Il cristianesimo porta proprio alla gioia, ma a una gioia che è vittoria! E la vittoria suppone una lotta e la vittoria suppone un superamento e la vittoria dice: devi vincere le tue passioni, devi mortificare quello che è triste e brutto in te, devi far trionfare l’amore, devi far trionfare quello che è santo nel nome di Dio. Ecco, così hai la gioia, la gioia che non è il rumore, che non è il chiasso, che non è lo stordimento, che non è qualche cosa come un miscuglio di esaltazione e di droga, ecco, è qualche cosa di profondo, è qualche cosa di mirabile, è qualche cosa di grande! Le anime più generose sono le anime che hanno saputo accettare la linea di Gesù. Ecco la trasfigurazione: la linea di Gesù. E noi vogliamo quindi questa sera guardare al Cuore di Gesù come l’esemplare che ogni giorno dobbiamo veramente ricopiare. È nel sacrificio della bontà, della generosità nella famiglia e fuori dalla famiglia, è in questa bontà il segreto dell’autentica gioia e noi questa gioia la chiediamo al Signore.
CODICE | 75BOV01341N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 23/02/1975 |
OCCASIONE | Catechesi a Vespro |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Re e centro di tutti i cuori |
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