19/02/1978 - Vespro II Domenica Quar

Sant'Ilario d'Enza, 19/02/1978
Catechesi al Vespro

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Abbiamo parlato della Chiesa che, come continua la missione di Cristo, ne continua il servizio. Il servizio della Chiesa - la Chiesa serva di Cristo e del mondo - si articola in tre punti: la Chiesa fa il suo servizio con l’annuncio del vangelo, con la celebrazione dei sacramenti e col servizio della carità. Stasera ci fermeremo sui primi due servizi. Il servizio del vangelo: la Chiesa ha come compito l’annuncio della parola di Dio. L’ascolto della parola di Dio va inteso in modo forte, non è solo quello che Gesù ha fatto e ha detto, ma quello che dice oggi. Cristo parla alla Chiesa, nella Chiesa si legge la scrittura, ricordiamo la parola di san Paolo: “La parola di Dio dimora tra voi abbondantemente, ammaestratevi e ammonitevi con ogni sapienza” (Col 3, 16). Il Signore Gesù ha mandato gli apostoli a portare la parola, questa parola deve risuonare continuamente nella Chiesa, la Chiesa cioè si lascia costruire nell’annuncio della parola di Dio. Ed è logico, quindi, che ogni giorno noi ci dobbiamo evangelizzare, e questo compito è comune a tutti i battezzati. Tutti abbiamo il dovere di esortarci e ammonirci a vicenda, ciò non significa solo invitarci gli uni gli altri a essere migliori, ma a richiamarci alla parola di Dio, diventare gli uni per gli altri evangelizzatori: lo sposo per la sposa e viceversa, i genitori con i figli, ciascuno con tutti gli altri. Non rinunciare perciò all’annuncio esplicito del vangelo, anche quando sembrerebbe inefficace. Solo la vita concreta di carità ed il rispetto agli altri può rendere credibile quello che diciamo. Il secondo servizio. Il secondo servizio della Chiesa è quello di attualizzare nel mondo il mistero di Cristo. Gesù non era, nella fede della Chiesa, semplicemente un uomo, ma il Figlio di Dio fatto uomo: Cristo è lo stesso ieri oggi e sempre. Consapevole di questo la Chiesa obbedisce al comando del Signore e, obbediente a quanto ha detto il Signore: “Fate questo in memoria di me” non ha mai cessato di celebrare l’Eucaristia, e sa che celebrando l’Eucaristia rende un servizio, non solo a sé, ma al mondo. La storia dell’uomo è fatta di progetti, fallimenti, speranze, gioie e sofferenze; questa storia ha bisogno di avere dentro di sé il mistero pasquale di Cristo, ha bisogno di potere dare un senso alla fatica umana. Questo è possibile solo se l’opera dell’uomo viene cristificata, sottolineiamo la parola: cristificata, cioè vivificata attraverso l’incontro salvifico con Cristo. Quando la Chiesa celebra l’Eucaristia sa di non fare solo un gesto rituale, sa di assumere la fatica e il dolore di tutti gli uomini, perché non vadano perduti, ma creino un mondo nuovo e rapporti umani nuovi. La Chiesa è convinta che sulla croce Dio ha preso su di sé ogni dolore, sofferenza, ingiustizia degli uomini e tutto ha trasfigurato con la forza del suo amore. Per questo dalla Pasqua viene all’umanità una speranza nuova e perenne. “Cristo è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi” (2 Cor 5, 15) così dice san Paolo. Ecco perché la Chiesa celebra l’Eucaristia e gli altri sacramenti, per immergere nella vita di Cristo e nel suo amore tutta la vita degli uomini. Anche la responsabilità di celebrare bene l’Eucaristia è responsabilità di tutti i battezzati. La vita dei cristiani deve essere una messa che continua: nell’Eucaristia noi preghiamo, perché il dono dello Spirito faccia di noi un sacrificio perenne gradito a Dio. Solo quando questo avviene realmente, solo quando la vita dei cristiani è trasformata tanto da diventare immagine della vita di Cristo, solo allora, la messa sarà vera. Quindi c’è tutto un lavoro da compiere; non ridurre il rinnovamento liturgico a un rinnovamento esterno. La coscienza che l’Eucaristia è il mistero reale di Cristo sembra ancora lontana e immatura, che la messa ci comprometta per tutta la vita, per tutti i rapporti non è ancora molto chiaro per noi. L’impressione di una frattura tra messa e vita è motivo di sofferenza per alcuni o di trascuratezza per altri. C’è una pedagogia lunga e importante da fare ed è competenza e dovere primario dei parroci e sacerdoti e a questo tendono i congressi eucaristici parrocchiali. Occorre la capacità di rinnovare i segni, perché coinvolgono la vita dei cristiani; e nello stesso tempo occorre la capacità di rimanere fedeli al mistero di Cristo perché la messa non diventi solo uno dei tanti riti che riempiono la vita dell’uomo. Ecco, particolarmente noi siamo impegnati a celebrare il mistero di Cristo nell’Eucaristia in questa luce quaresimale e rinnovo l’esortazione a tutti: fare anche molti sacrifici, ma partecipare ogni giorno alla liturgia di quaresima per celebrare, per rendere vera trasformazione di vita l’Eucaristia di ogni giorno.

CODICE 78BIV01341N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 19/02/1978
OCCASIONE Catechesi al Vespro
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Ministerialità
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