15/03/1981 - Vespro II Domenica Quar

Sant'Ilario d'Enza, 15/03/1981
Catechesi al Vespro II domenica di Quaresima anno A

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Ef 4, 29-30 Oggi abbiamo ricevuto l’invito del Signore a salire in alto. L’invito dato a Pietro, Giacomo e Giovanni è dato anche a noi: sali in alto per essere trasfigurato. Sali. Nella lettura di questo brano di san Paolo agli Efesini ci è indicato il modo della salita. È doppio. La custodia delle nostre parole. Nessuna parola cattiva esca, ma parole buone. Vuoi salire, allora? Custodisci la tua lingua, sappi mortificarla. San Giacomo diceva in una sua lettera: “Dalla lingua viene ogni bene e viene ogni male” (cfr. Gc 3, 10). Viene ogni bene perché viene la lode di Dio, l’espressione di amore a Dio. Viene ogni male perché con la lingua si manca di carità, si censurano gli altri, si è particolarmente molesti. Vuoi salire? Il Signore te l’ha detto: “ Il secondo comandamento è simile al primo: ama il prossimo tuo come te stesso” (cfr. Mt 22, 39). Se tu fai così, tu rapidamente sali, perché vedi nel prossimo l’immagine di Gesù. Nel prossimo c’è la fisonomia di Gesù. Se tu sei cattivo con gli altri, sei cattivo con Gesù. E poi dice l’Apostolo: “Non vogliate rattristare lo Spirito di Dio.” L’Apostolo ci richiama a questa grande realtà: in noi vive lo Spirito di Dio. In noi opera lo Spirito di Dio. La maniera del salire nella vita cristiana è tener conto di quell’Ospite. È tener conto di quella presenza. È tener conto di ciò che lo Spirito ci domanda. Perché, se compiamo delle opere che rattristano lo Spirito, noi rendiamo vano ciò che è stato segnato per il giorno della redenzione. Noi non possiamo salire che ubbidendo allo Spirito, che facendo cose che piacciano allo Spirito. Salire sul monte Tabor vuol dire acconsentire alla linea, all’itinerario che ci ha segnato il Signore. Noi dobbiamo essere molto rispettosi della via che ci ha insegnato il Signore. Molto rispettosi, adorando i disegni di Dio. In settimana faremo la festa di san Giuseppe. Sarà una festa così profonda e bella. San Giuseppe ha avuto un itinerario di silenzio. Ha avuto un itinerario di servizio. Ha avuto un itinerario di amore. Il Signore ha avuto in lui il servo fedele. Ha rallegrato lo Spirito. Guardiamo così a questo esempio, questo esempio di servizio, di umiltà. E quando nella messa della sera, giovedì, uniti insieme invocheremo la grazia di essere veramente anche noi pronti e generosi nel servizio sentiremo che tutti coloro che ci hanno preceduto, particolarmente san Giuseppe, hanno raggiunto così la vera grandezza e la vera loro santità. Hanno così realizzato magnificamente sé stessi.

CODICE 81CEV01341N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 15/03/1981
OCCASIONE Catechesi al Vespro II domenica di Quaresima anno A
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Il silenzio, obbedienza allo Spirito Santo
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