15/03/1987 - Vespro II Domenica Quar

Ef 4, 29-30 dal salterio II domenica di quaresima “Non rattristare lo Spirito”. Lo rattristiamo quando resistiamo alla sua azione, quando crediamo di essere autosufficienti, quando immaginiamo di fare noi, quando dobbiamo essere ben contenti e ben disposti ad ogni sua azione. Non rattristare lo Spirito, cioè non porci così davanti prospettive umane, indegne dell’altezza a cui devono tendere i figli di Dio, perché è vero che dobbiamo imitare Gesù. Il volto di Gesù nella Trasfigurazione era un volto splendido come il sole. La gloria di Gesù alla quale noi siamo chiamati, perché anche noi, se ci assomigliamo qui in terra e ci assomigliamo accettando la sua linea, accettando la sua croce e la sua umiliazione, saremo nella gloria simili a Lui. Ogni cristiano sarà meraviglioso nella sua bellezza. Ma ci avverte san Paolo del pericolo che abbiamo. Ci avverte quando dice nella prima lettera ai Corinzi: “Quando ero fanciullo parlavo come un fanciullo, agivo come un fanciullo” (cfr. 1 Cor 13, 11). Bisogna non restare bambini; non restare, ma crescere fino alla maturità del Cristo. Dobbiamo crescere, crescere. Crescere perché lo Spirito agisce in noi, perché lo Spirito costruisce, perché lo Spirito Santo ci santifica in modo grande, solo che collaboriamo e vogliamo. Promettiamo, chiudendosi questa domenica, promettiamo di essere pronti all’azione dello Spirito, di crescere, di non restare dei bambini capricciosi e insipienti, di dare tutto il nostro cuore, tutta la nostra volontà, tutto al Signore. Lui ci ha elargito i suoi doni magnifici: teniamoli per Lui e desideriamo di fare solo quello che vuole Lui.