Quando parliamo del “Cuore di Gesù, in cui abita ogni pienezza di divinità”, ci dobbiamo sempre chiedere: ma cos’è la Divinità? Perché la risposta che ci dà la fede è unica: la Divinità è amore, Dio è amore. E ci dice ancora che Dio si è manifestato a noi come amore che perdona, come amore di misericordia. Noi abbiamo conosciuto la vera fisionomia di Dio in Gesù Cristo e la Scrittura ci dice: all’apparire di Gesù è apparsa la misericordia. Ecco, venire a conoscere più profondamente il Signore è qui: Dio ci ama, Dio ama tutti, Dio ama anche i peccatori; anzi, essere peccatori è il titolo ad essere cercati da Lui, ed essere amati da Lui, come i bambini malati sono cercati di più e curati di più dalla loro mamma. Venire a conoscere il Cuore di Gesù, come il Cuore del Figlio di Dio è dunque conoscerne la misericordia, è unirci a questa misericordia, è confidare in questa misericordia, è basare la propria vita in una continua confidenza in questa misericordia. Perché la vera strada della penitenza è la confidenza. Certo, la Chiesa ci richiama spesso, nella sua liturgia, alla penitenza, anzi, in ogni Messa si pone l’atto penitenziale, ma la Messa stessa è la manifestazione della penitenza di Gesù, cui siamo invitati a unirci. Come potremmo camminare nella via della penitenza senza una grande idea della misericordia? Dio ci ama, Dio ha compassione di noi, nel Signore Gesù troviamo la vera nostra posizione, la posizione di coloro che non sono salvati per i loro meriti, ma sono salvati dalla misericordia. Per cui, nessuno può dire: “Ecco, io procedo per mia forza. Ecco, io sono capace di salvarmi”. Nessuno lo può dire; tutti abbiamo la stessa strada. È nella misericordia di Dio che troviamo la divinità, è nella misericordia di Dio che troviamo veramente la gioia di essere in comunione con Dio e in comunione con noi altri, con tutti. Sicché, il discorso della misericordia dobbiamo applicarlo così: cercare la misericordia per noi, cercare questa misericordia con estrema confidenza, soprattutto nei momenti del peccato e nei momenti difficili. Secondo: cercare la misericordia per la Chiesa, perché la Chiesa, unita a Gesù, si realizza solo nella misericordia. È perché riceve continuamente l’aiuto di Gesù, perché continuamente riceve questo dono che è frutto della croce, che la chiesa può essere quella che deve essere, la sua identità. Terzo: insieme alla Chiesa noi dobbiamo attingere alla misericordia di Dio per tutti gli uomini. Se siamo incaricati di salvare, dobbiamo avere la confidenza di poter salvare e tutti gli uomini si possono salvare in una misericordia che è infinita. Dio non è morto solo per noi: Dio è morto per tutti gli uomini. E noi dobbiamo avere molta fiducia nell’opera della salvezza e la nostra collaborazione dev’essere data così: sicuri che Dio ci aiuta perché ha misericordia, sicuri che Dio ci aiuta perché ha misericordia anche dei figli tenaci, dei peccatori, anche dei suoi nemici più irriducibili. E poi così, particolarmente in questo Avvento, durante la novena che seguirà, cercare di insistere nella nostra preghiera, perché appaia sempre di più, si manifesti con sempre maggiore potenza la sua misericordia. In questi ultimi giorni prima del Natale, la Chiesa ci presenta insistentemente nella liturgia la figura della Madonna, nella aspettazione del parto della Beata Vergine. La liturgia è tutta orientata così. È Madre di Dio: ecco perché la chiamiamo Madre di misericordia. È dunque a Lei che dobbiamo domandare la strada, per potere veramente partecipare per noi e per gli altri alla misericordia infinita.
CODICE | 75NDV01312N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 14/12/1975 |
OCCASIONE | Catechesi Vespro III Domenica di Avvento |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Cuore di Gesù infinitamente misericordioso |
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