12/12/1982 - Vespro III Domenica Avv

L’esortazione ripetuta ha, deve avere per noi un significato profondo. Il gioire ha un motivo: il motivo dell’amore, il motivo che il Signore viene a noi col cuore aperto. Non viene il giudice, non viene l’inquisitore: viene quanto si può immaginare di più buono. Le litanie del Santo Nome di Gesù dicono: “Gesù Amabile”. Gesù ha tutte le qualità per essere amato da noi: ha la sua perfezione, ha la sua sapienza, chi più sapiente della sapienza stessa di Dio? Chi più bello di Lui? Chi più ricco di ogni cosa di Lui? Chi più misericordioso? È veramente amabile! Ritornano le parole del Salmo 44: “Tu sei il più bello tra i figli degli uomini”. Sì, di quella bellezza che rapisce il cuore, di quella bontà e misericordia che ci commuove sempre. Gesù è amabile, perché in Lui il Padre ha riversato tutto il fiume della sua potenza, della sua perfezione, della sua amabilità. Gesù è la vera immagine del Padre e Gesù è Colui che ci porta al Padre, è Colui che sa compatire e scusare i nostri difetti, che ci ha perdonato migliaia di volte e ancora ci perdona, che sa veramente dire la parola che affascina il nostro cuore e lo commuove. Oh, andiamo da Gesù! Andiamo a Lui così buono, andiamo a Lui così pronto a venirci incontro nei nostri bisogni più intimi. Andiamo da Lui, sempre da Lui. Ecco che questo tratto del nostro Avvento è un tratto che dobbiamo percorrere insieme con Maria, madre di Gesù, per poter arrivare anche noi a Betlemme. Ripetiamocelo quello che dicevano i pastori: “Andiamo fino a Betlemme!” Andiamo, perché lì c’è Colui che è meraviglioso nella sua bontà e nella sua amabilità”.