Con la quinta invocazione vengono attribuiti a Gesù dei titoli presi dall’Antico Testamento, è un paragone, noi vediamo in Gesù realizzato tutto quello che era stato prefigurato nell’Antico Testamento e ringraziamo Dio che in Gesù si è verificata la pienezza della rivelazione. Dunque la quinta invocazione dice “O Cuore di Gesù, tempio santo di Dio, abbi pietà di noi”. Il luogo sacro per eccellenza era il tempio sacrario di Dio, voluto da Lui, comandato a Mosè, realizzato nell’arca dell’alleanza, nel tabernacolo, poi sontuosamente realizzato nel tempio di Gerusalemme. Il tempio di Dio era la gloria nazionale, ma era soprattutto l’espressione più grande della fede del popolo di Dio di allora. Il tempio di Dio era la difesa, era la gioia, era la sicurezza della presenza del Signore, era il modo della speranza, era il titolo della misericordia. Ed è un paragone, voi lo ricordate, che Gesù stesso ha applicato a sé. Vi ricordate che, quando i Giudei gli chiesero un segno, un miracolo, Gesù disse: “Distruggete questo tempio, io lo riedificherò in tre giorni. Parlava - dice l’evangelista - del tempio del suo corpo” (Gv. 2, 19, 21). I giudei intesero male, l’applicarono al loro tempio di Gerusalemme e sarà il pretesto che porteranno per fare condannare a morte Gesù davanti al sinedrio. “Chiamarono dei falsi testimoni che dissero: noi lo abbiamo sentito dire: distruggerò questo tempio” (Mt.26, 61). Che Gesù sia il vero tempio di Dio, Lui stesso dunque lo ha affermato e lo comprendiamo in profondità. Il suo Cuore è stato proprio il luogo per eccellenza della lode al Padre, dell’onore al Padre, dell’adorazione al Padre, dell’amore al Padre. Il suo cuore, molto più santo del tempio di Gerusalemme, è stato il vero ritorno al Padre, dove si è attuata quella lode che ha riparato il peccato, che ha veramente dato a Dio ciò che Dio si aspettava dall’umanità; e noi lo sappiamo: nell’eternità il Verbo è la grande lode al Padre, fatto uomo ha realizzato su questa terra la lode eterna. Tutta la vita di Gesù è stata fin dal primo istante una meravigliosa lode al Padre; la preghiera di Gesù! Oh come dobbiamo cercare di contemplarla, di ammirarla, di associarci ad essa! Quella preghiera incessante fin dal seno della Vergine, quella preghiera incessante nella sua vita di infanzia, il lungo periodo della vita a Nazaret, quella lode per cui dice l’evangelista “Egli si alzava molto prima del sorgere del giorno ed era in preghiera” (Mc. 1, 35), quella preghiera che Gesù ha evidenziato, era continua, ma che Gesù ha evidenziato nelle circostanze più importanti: prima di scegliere i suoi apostoli, prima di fare i miracoli “Ti ringrazio, Padre, ti rendo gloria, o Padre” (Gv. 11 ,41). Quella preghiera che non ha cessato, anzi, si è intensificata nei momenti più tragici: “Egli entrò in agonia – dice il racconto della passione - e più a lungo pregava” (Lc. 22, 44). Sulla croce è ancora la preghiera, la lode, l’amore al Padre. E in Paradiso? Ce lo dice ancora la scrittura: è nella lode e nell’amore al Padre, è la gloria del Padre. E sulla terra, che cosa è la messa? È l’inno continuo di lode e di adorazione al Padre. Ecco come è vero che Gesù è il tempio santo di Dio! Ed è il tempio in cui dobbiamo entrare, per capire. Noi dobbiamo entrare per realizzare veramente la nostra collaborazione, è il tempio nel quale noi dobbiamo trovare il vero nostro posto. Particolarmente nella messa: la messa è unione nostra con Gesù per la lode e l’amore al Padre, la messa è la meravigliosa presenza di Gesù che fa di noi un’unica cosa, fa di noi un unico corpo offerto a Dio. Ci dobbiamo proporre nella nostra preghiera questo aspetto della lode, ce lo dobbiamo proporre con insistenza, perché è il vero senso della nostra vita: noi siamo su questa terra per dare gloria a Dio, noi siamo su questa terra per dar gloria a Dio che ci ha chiamati nel battesimo ad essere chiesa, cioè a dar gloria a Lui, anche per gli altri uomini e per quelli che non lodano e per quelli che non amano. Noi siamo chiamati ad essere veramente un’unica cosa con l’oblazione di Gesù, con questa offerta che è soprattutto, è prima di tutto un sacrificio di lode. Vogliamo allora lasciare quella preghiera egoistica, troppo interessata e troppo chiusa che delle volte ci impedisce tanto frutto di bene. Vogliamo associarci a Gesù ed essere vera lode di gloria come dice la scrittura.
CODICE | 74ASV01332N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 27/01/1974 |
OCCASIONE | Catechesi a Vespro |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Tempio santo di Dio |
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