I motivi per ringraziare Dio sono infiniti. L’apostolo sottolinea come il Signore ci ha dato in Gesù una speranza viva: la speranza di raggiungere un bene incredibilmente grande, un’eredità, perché i figli di Dio, quando hanno terminato il corso di questa vita, entrano nell’eredità del loro Padre. Dobbiamo capire com’è grande la nostra condizione di figli di Dio, perché siamo stati così uniti al Figlio Unigenito di Dio, Gesù, così uniti da formare con Lui una cosa sola. Siamo il suo corpo, siamo le membra di Gesù. Dobbiamo misurare sempre di più la nostra dignità, la nostra grandezza. Ogni battezzato che vive nella grazia di Dio è magnificamente grande, perché partecipa di Gesù. Ecco, dicevamo come è di qui che nasce una grande stima della Liturgia, perché la Liturgia è un’attività di tutto il Corpo Mistico; tutto il Corpo Mistico parla per la bocca di Gesù, è Lui il nostro capo divino, è Lui il nostro mediatore, è Lui che ci presenta al Padre, che è diventato la nostra voce. È il suo cuore divino che ci fa amare le cose che ama Lui e ce le fa presentare al Padre come oblazione, come offerta, unita alla sua, nella santa Messa. Ecco perché non dobbiamo lasciare che la consuetudine, che la distrazione, che la leggerezza ci occupino e facciano perdere il grande valore della Liturgia. Dobbiamo sentire com’è importante unirci a Gesù nel sacrificio della Messa e unirci a Lui nella lode. I nostri Vespri dobbiamo vederli così come il ringraziamento che noi presentiamo al Padre per bocca di Gesù; ringraziamo per noi, ringraziamo per tutti quelli che sono nella Chiesa, per tutte le grazie che Lui elargisce alla santa Chiesa e ringraziamo per tutti gli uomini, perché siamo ben consci di quanta misericordia di Dio godano gli uomini, anche se sono peccatori, anche se non conoscono nemmeno il suo nome. Noi dobbiamo essere la voce della Chiesa che ringrazia, la voce della Chiesa che domanda. I nostri Vespri non li diciamo per noi solamente, non sono una nostra devozione personale: sono un nostro dovere ecclesiale, comunitario. Noi siamo uniti per dare a Dio quel doveroso ringraziamento che resta sempre uno dei primi doveri. Esemplificavo sui Vespri, ma su ogni azione liturgica dobbiamo ripetere: c’è una ragione profonda, c’è una dignità grande ad essere voce della Chiesa. Insistiamo perciò, perché ci sia la nostra presenza, la nostra partecipazione, la nostra sensibilità a capire quello che diciamo, ad amare ciò che pronunciamo ed offriamo al Signore.
CODICE | 84ANV01332N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 22/01/1984 |
OCCASIONE | Vespro III domenica Tempo Ordinario |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Preghiera liturgica |
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