13/04/1975 - Vespro III Domenica Pasqua

Sant'Ilario d'Enza, 13/04/1975
Catechesi a Vespro

Ascolta l'audio

Nel primo altare a destra di chi entra vi è l’immagine di san Macario abate, compatrono della nostra parrocchia. Una posizione dunque di primo piano in quella che è la devozione tradizionale. Chi era san Macario? Un monaco vissuto tra il terzo secolo e il quarto, era discepolo di un altro grande santo, che veneriamo e la sua devozione è molto sentita dappertutto, perché ha lasciato molto segno: sant’Antonio abate. Un monaco dunque, san Macario, le sue virtù potremmo sintetizzarle così: una profonda preghiera, direi incessante, un grande spirito di penitenza, fu assai austero, e terzo: un esempio grande di carità fraterna. Un cenno per tutte e tre queste virtù. Vivere nel deserto è un ambiente propizio per la preghiera, non immaginate però il deserto come un luogo di quiete, spiritualmente parlando, tanto meno come un luogo di ozio: lavoravano intensamente e, nel tempo strettamente dedicato alla preghiera e durante il lavoro, la sua anima era totalmente assorbita nel Signore. Pregava per la santificazione della chiesa, non era andato per sé, quanto per essere intercessore. Era di estrema penitenza. Dice il suo biografo che il suo digiuno era proverbiale; ad esempio, visse parecchi anni mangiando solo cinque o sei once di pane al giorno, circa un ettogrammo e nient’altro. Era di grande penitenza per scontare i peccati che vedeva anche allora imperversare nella chiesa. Castigava il suo corpo: andò - dice il biografo - vicino a una palude per farsi pungere dalle zanzare tutto il corpo; quando ritornò, lo credevano un lebbroso. Il suo spirito di carità: è celebre l’episodio del grappolo d’uva, lo troviamo spesso citato: il grappolo d’uva dell’abate Macario! Quel grappolo d’uva portato a lui in un vassoio, era il superiore del convento, era una rarità e c’era tanto caldo, ma Macario pensò: quel monaco là, è malaticcio, lo darò a lui. E glielo portò; ma quello disse: perché lo dovrei mangiare io? Lo darò a quell’altro mio amico. E il grappolo d’uva fece il giro di tutto il convento, e tornò all’abate Macario, che si commosse. Uomini austeri con delle delicatezze meravigliose di carità, carità tra di loro e carità per la chiesa; abbiamo visto la sua preghiera e la sua penitenza, e anche la sua predicazione:quando sentiva che vi erano dei momenti particolarmente difficili, abbandonava il suo convento e andava a predicare, ad annunciare la parola del Signore, a lottare contro il male. Vorrei che ogni qualvolta noi trovassimo difficoltà a incontrarci col Cuore di Gesù, a centralizzare su di Lui, ricorressimo a questo santo. Quando abbiamo difficoltà di preghiera, quando abbiamo difficoltà di penitenza, di dominio di noi stessi, di forza spirituale, quando con molta facilità manchiamo alla carità fraterna, ricorrere a questo santo che, pur così distante da noi per consuetudini, per cultura, e per civiltà, proprio perché ha realizzato il vangelo, è modello anche oggi e confidiamo nostro intercessore davanti a Dio.

CODICE 75DCV01362N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 13/04/1975
OCCASIONE Catechesi a Vespro
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI San Macario
Condividi su
MOVIMENTO FAMILIARIS CONSORTIO
Via Franchetti, 2
42020 Borzano
Reggio Emilia
Tel: + 39 347 3272616
Email: info@familiarisconsortio.org
Website: familiarisconsortio.org
  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
    In fondo, forse, è il segreto più prezioso che ci ha svelato.”
    Umberto Roversi

© 2022 Movimento Familiaris Consortio | Via Franchetti, 2 42020 Borzano (RE) | info@familiarisconsortio.org |Privacy Policy | COOKIE POLICY | SITEMAPCREDITS