25/04/1982 - Vespro III Domenica Pasqua

Sant'Ilario d'Enza, 25/04/1982
Vespro III domenica di Pasqua anno B

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Meditavamo anche questa mattina come dobbiamo sentire la nostra unione con Gesù. Diciamo che tutta la chiesa è il corpo di Gesù, il Corpo Mistico. Un corpo che deve essere strettamente unito al capo, che dal capo riceve la vita e riceve l'energia. Nella lettura che abbiamo ascoltato poc'anzi, Gesù è presentato come il mediatore, l’intercessore. Gesù non è stato il mediatore solamente sulla croce. Tutto la finalità dell'incarnazione è stata in questo ordine. È stato allora il porre Gesù come l'anello di congiunzione tra la Trinità e noi. Gesù è il perpetuo intercessore. Anche adesso è in paradiso. E in paradiso, nella gloria della Trinità, che cosa fa Gesù? Intercede per noi. Prega per noi. Lui, il capo dell’umanità. Lui, uomo come noi, prega, intercede. Ed è grazie alla sua intercessione che noi possiamo avere accesso al Padre e avere le grazie del Padre. L’intercessione di Gesù è la nostra salvezza. E quando nella Messa si verifica il memoriale della sua passione, della sua morte, della sua risurrezione, ci vengono applicati i frutti della sua opera. Vengono applicati a noi perché possiamo in lui raggiungere la finalità della nostra vita cristiana. Dobbiamo essere quindi estremamente riconoscenti a Gesù mediatore nostro e nello stesso tempo, ricordandoci che siamo suo corpo, dobbiamo anche noi essere dei mediatori, uniti a lui. Intercessori uniti alla sua intercessione. In altri termini, diciamo che la Chiesa non è per se stessa, la Chiesa è per il mondo, cioè noi tutti abbiamo il compito della salvezza e la salvezza si verifica particolarmente nell' innalzare la nostra preghiera fatta propria da Gesù, nell’unire i nostri sacrifici ai sacrifici di Gesù. È logico allora che ci chiediamo come viviamo questa grande verità, come sentiamo questa responsabilità, la responsabilità di condurre gli uomini a Dio, di pregare per loro, di agire per la loro salvezza. Sentiamo allora che col battesimo, uniti al sacerdozio di Gesù, anche noi siamo, come dice San Pietro, un popolo di sacerdoti, un popolo dunque che ha lo scopo della salvezza, della salvezza per tutti, particolarmente per quelli che più hanno bisogno dei fratelli, perché maggiormente peccatori, maggiormente indigenti. Ripetiamo al Signore la nostra volontà di rendere la vita nostra così ricca di bene da poterne partecipare a tutti.

CODICE 82DQV01362N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 25/04/1982
OCCASIONE Vespro III domenica di Pasqua anno B
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Gesù il nostro Intercessore
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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
    In fondo, forse, è il segreto più prezioso che ci ha svelato.”
    Umberto Roversi

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