25/03/1973 - Vespro III Domenica Quar

Sant'Ilario d'Enza, 25 marzo 1973
Vespro, III domenica di quaresima anno B

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Il terzo dolore della Vergine: la perdita di Gesù e la ricerca di tre giorni. È stato una sofferenza grave e forte nel mistero di Dio, questo della Madonna. Un dolore da lei particolarmente sentito perché negli altri suoi dolori era vicina a Gesù. Qui non aveva la presenza sensibile di Gesù. Tre giorni. Tre notti. Perché Gesù si è allontanato da loro senza dire nulla? Perché Gesù li tiene in questa sospensione, in questo interrogativo? La risposta di Gesù sarà evidente. Era nella volontà del Padre: “Non sapete che debbo occuparmi delle cose del Padre mio?” (cfr. Lc 2, 49). C’era un mistero della volontà del Padre. E deve essere stata una ragione molto grande per permettere questa sofferenza della Vergine e di Giuseppe. Noi non la sappiamo. Almeno non la sappiamo fino in fondo. Era necessario che Gesù fosse in piena disposizione dello Spirito che lo guidava. E Gesù docilissimo si lascia guidare. Capisce, sa (e con quanta sapienza! Con quanta profondità!), cosa saranno quei tre giorni per la sua madre, ma Gesù è ubbidiente. Gesù va. E noi allora vediamo tutta la disponibilità della Madonna al piano di Dio. Fu una disponibilità pronta. Si pose subito in cerca, non desistette mai dal cercarlo. Fu una disponibilità totale. Non si è lamentata del piano di Dio. Solo quando ha incontrato Gesù ha domandato perché. Forse era una colpa loro? No. Gesù li assicura. Non era colpa loro. Era la volontà del Padre. Era una disponibilità umile. Sa di non potere pretendere nulla, nemmeno l’avviso, nemmeno un segno. Fu una disponibilità di grande fede. Lo cercarono finché non lo trovarono. Fu una disponibilità veramente eroica, perché quando uno è cieco non sa che cosa vuol dire la luce. La Madonna che sapeva cosa voleva dire aver vicino Gesù, misurava tutta la tremenda angoscia di non essergli vicino. Di non essergli vicino quando sentiva di avere l’incarico di essergli sempre vicino. Ecco, è l’esempio che noi dobbiamo ricopiare. Perché nelle prove che Dio ci manda, nelle contrarietà che Dio ci manda, prendiamo l’esempio da santa Bernadette, noi possiamo essere sempre pronti, sempre totalmente pronti, sempre generosamente e umilmente pronti. E Bernadette, nel momento nel quale apparve a lei la Madonna, umanamente non ebbe più riposo. “Non ti prometto di farti felice in questa terra”. Ed era vero. “Ti farò felice nel cielo”. Ed era una promessa sicura. Santa Bernadette ci insegni questa disponibilità alla volontà di Dio per seguire sempre l’invito, quell’invito amoroso che ci rivolge la Madonna di seguire Gesù anche quando la strada è in salita, anche quando le circostanze della vita sono difficili.

CODICE 73CQV01342N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 25 marzo 1973
OCCASIONE Vespro, III domenica di quaresima anno B
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI I sette dolori di Maria: 3° - il ritrovamento di Gesù nel tempio
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