23/12/1973 - Vespro IV Domenica Avv Nov Natale 9

Sant'Ilario d'Enza, 23/12/1973
Catechesi Vespro, IV Domenica Tempo Avvento - Anno C

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Nelle nostre riflessioni siamo alla quarta invocazione: “O Cuore di Gesù, tu che sei d'infinita maestà, abbi pietà di noi”. Nell’invocazione precedente abbiamo ricordato i titoli, in quest'invocazione ne sottolineiamo le conseguenze. Perché il Cuore di Gesù è un Cuore di maestà infinita? Proprio perché è unito sostanzialmente al Verbo e perciò a Dio sono dovuti l’onore e la gloria. L’atteggiamento fondamentale di una creatura verso Dio è l’atteggiamento dell’adorazione e in quest’invocazione è la prima cosa cui siamo invitati: acquistare, nella nostra religiosità, il sentimento dell’adorazione. Il Cuore di Gesù, unito al Verbo, merita la nostra adorazione. È doverosa, non tanto dunque come un nostro buon volere, Dio ha diritto ad ogni ossequio perché è il grande, è il primo, è il tutto. E perciò la nostra vita deve essere in un atteggiamento fondamentale di ubbidienza che è adorazione, in un atteggiamento di umiltà che è il senso della proporzione, che è una constatazione della distanza. La nostra vita deve poi esprimere quest’adorazione fondamentale attraverso atti di religiosità. La Liturgia ci educa a questi atti: la genuflessione, l’inginocchiarci, il dire il nostro niente e il suo tutto ci educano a esprimere quello che deve essere questo atteggiamento fondamentale. Siamo sue creature, Dio è l’Essere necessario, infinito, meraviglioso nelle sue perfezioni, tutto dipende da lui. Noi dobbiamo riconoscere e riconoscere con profondo senso di amore, di ammirazione, con un senso anche grande di riparazione. Il peccato è il sostanziale attentato al senso di adorazione, particolarmente certe forme di peccato come la bestemmia. Noi siamo chiamati all’adorazione, la nostra vocazione di anime unite a Gesù, di anime perciò che vogliono compiere la redenzione che è ritorno a Dio; la nostra vocazione, dico, è proprio quella di associarci ai sentimenti di adorazione che dà Gesù e in Gesù riconoscere la presenza del Verbo, una presenza che rende il Cuore di Gesù una sola cosa col Verbo e pure lui vero oggetto della nostra adorazione. Questo tempo di Natale sottolinea molto l’adorazione e lo ripetiamo spesso. Il presepio porta persone che adorano, ricorderemo i Magi: “Cadendo davanti a lui, lo adorarono”. E la nostra tradizione di fede ci porta alla prima adoratrice, alla Madonna. Adorò colui che aveva generato, perché la vediamo subito genuflessa davanti a suo figlio, che era il suo Dio, per cui quanto più noi vediamo il Signore fatto bimbo, fatto povero, quanto più vediamo il Signore umiliato, tanto più noi gli dobbiamo adorazione, riconoscendo quanto ha nascosto la sua maestà infinita per amore e come questa maestà infinita deve essere veramente riconosciuta e amata. E perciò il tempo del Natale è un tempo di adorazione con gli angeli, è un tempo di offerta e un tempo di oblazione, l’offerta di tutto noi stessi, l’oblazione anche delle cose difficili e dure, dei nostri sacrifici. Vogliamo perciò, in questo tempo di Natale, insistere nella nostra preghiera, nel sentimento profondo e vero dell’adorazione.

CODICE 73NOV01313N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 23/12/1973
OCCASIONE Catechesi Vespro, IV Domenica Tempo Avvento - Anno C
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Cuore di Gesù, tu che sei di infinità maestà
ARGOMENTI Litanie del Sacro Cuore: Cuore di Gesù, tu che sei di infinità maestà
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