18/12/1977 - Vespro IV Domenica Avv

S. Ilario d’Enza, 18. 12. 1977
Catechesi ai Vespri

Siamo chiamati a riflettere sulla funzione che ha avuto la legge data da Mosè. Mosè la riceve da Dio, la trasmette, è geloso custode dell’osservanza, chiede al popolo ebreo l’adesione all’alleanza di Dio. Dio vuole stringere un patto col suo popolo, un’amicizia, vuole che il popolo suo osservi delle leggi temendo il suo Signore e amandolo. E abbiamo sul monte Sinai la consegna delle due tavole della legge e poi tutto un codice, che sarà il codice per secoli del popolo Ebreo. Ecco la legge morale è data per tutto il mondo, ancora noi parliamo delle due tavole della legge, i dieci comandamenti, e sono una norma universale, Dio ha ricordato quella legge che lui aveva stampato nel cuore. A scanso di interpretazioni non giuste, per facilitare l’osservanza il Signore dice con chiarezza: “Io sono il Signore tuo Dio…”. Ecco queste leggi sono segno della dipendenza da lui, sono leggi date per amore, leggi che hanno un unico scopo: di rendere felice l’uomo, di educarlo e di condurlo per tutta l’esistenza, nella sua vita personale, famigliare e sociale. Mosè poi aggiunse un codice di leggi: le leggi rituali, le leggi liturgiche, determinati dettami di norme che erano preziose per quella civiltà. Evidentemente tutto questo è caduto con la venuta di Cristo, quando Cristo ci ha dato lui, delle norme complete e perfette, rinnovando le leggi morali, Dio le confermò per mezzo di Gesù e le perfezionò, le perfezionò in modo mirabile. Siamo chiamati allora in questo tempo d’avvento a rimeditare su questa osservanza della legge. In che cosa noi manchiamo? In che cosa teniamo un contegno leggero e superficiale? In che cosa sottovalutiamo le norme che ci ha dato il Signore? L’osservare delle leggi è un segno dell’amore verso Dio, è un segno dell’amore verso noi stessi, è un segno dell’amore verso il prossimo. Noi non possiamo dire di amare Dio se non facciamo la sua volontà. Facendo la sua volontà dimostriamo, e la nostra dimostrazione è ben evidente, dimostriamo che preferiamo lui ad ogni cosa, ad ogni nostro piacere, ad ogni nostra aspirazione umana. Dio prima di tutto, Dio avanti tutto. Facciamo un atto di fiducia in lui, e quindi un atto d’amore verso noi stessi, perché Dio vuole il nostro bene, Dio vuole la nostra gioia; facciamo un atto d’amore verso il prossimo, perché obbediamo a Dio, rispettandolo e sapendo come Dio ci vede insieme e ci vede fratelli. Allora è in questo senso che si verifica bene il significato di questo giorno di novena: noi dobbiamo dimostrare a Dio il nostro amore, noi non possiamo arrivare al Natale fiacchi e svogliati nell’osservanza della sua legge. Noi dobbiamo amarlo, amarlo in quello che ci chiede, che non lo chiede per sé, lo chiede per il nostro bene, per realizzare in noi il suo piano di salvezza. Uniamoci dunque a Gesù servo obbediente, a Gesù che sempre nella sua vita ha cercato la volontà del Padre, cerchiamola anche noi con molta fede.

CODICE 77NHV01313N
LUOGO E DATA S. Ilario d’Enza, 18. 12. 1977
OCCASIONE Catechesi ai Vespri
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI La Legge di Dio
Condividi su
MOVIMENTO FAMILIARIS CONSORTIO
Via Franchetti, 2
42020 Borzano
Reggio Emilia
Tel: + 39 347 3272616
Email: info@familiarisconsortio.org
Website: familiarisconsortio.org
  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
    In fondo, forse, è il segreto più prezioso che ci ha svelato.”
    Umberto Roversi

© 2022 Movimento Familiaris Consortio | Via Franchetti, 2 42020 Borzano (RE) | info@familiarisconsortio.org |Privacy Policy | COOKIE POLICY | SITEMAPCREDITS