03/02/1974 - Vespro IV Domenica Ord

Sant'Ilario d'Enza, 03/02/1974
Catechesi a Vespro

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Parlavamo, domenica scorsa, del Cuore di Gesù tempio santo di Dio, e ieri, nella Presentazione, abbiamo contemplato il mistero di Gesù che è presentato al Padre nel tempio. Proseguendo in questa nostra considerazione questa sera ci vogliamo fermare nel meditare come, non solo il Cuore di Gesù è la lode grande al Padre, è l’adorazione unica, è il ringraziamento completo, è la vera propiziazione, ma come Gesù con Lui ci introduce nel tempio, cioè come Gesù dà a noi queste sue adorazioni, questi suoi atti di amore. Gesù infatti si dona totalmente a noi, e lo sappiamo. Lo sappiamo perché il battesimo ha fatto di Lui e di noi una sola cosa, perché man mano che noi progrediamo nella crescita della grazia, la nostra unione con Gesù diventa sempre più profonda e più completa. Sicché Gesù dà questi tesori meravigliosi ad ogni anima; le sue adorazioni: nostre! i suoi ringraziamenti: nostri! i suoi atti di amore: nostri, tutto! Ecco perché ricordiamo la parola della scrittura “Noi siamo diventati ricchi avendo ricevuto Gesù”, osservava l’apostolo Giovanni “Dalla sua pienezza tutti noi abbiamo ricevuto” (Gv 1, 16). È allora una preghiera vera, è allora una preghiera grande offrire al Padre gli atti del cuore di Gesù. “Signore, noi non ti sappiamo adorare: ti offro, o Signore, le adorazioni del Cuore di Gesù; noi, Signore, non sappiamo ringraziare, non sappiamo amare, non sappiamo propiziare, non sappiamo chiedere, noi ti offriamo ciò che fa il Cuore di Gesù; il Cuore di Gesù nel mistero della messa, il Cuore di Gesù nel mistero del tabernacolo, il Cuore di Gesù che è sempre per noi, che è tutto per noi”. E ancora, ci introduce nel tempio perché Lui fa proprie le nostre cose. Le nostre preghiere diventano le sue preghiere, le nostre sofferenze diventano le sue sofferenze, è questo mistero di “comunione con Lui” che si verifica in pienezza. Non solo Lui “dà a noi”, ma “innalza” le nostre povere cose, le fa sue. Quando noi soffriamo è una piccola cosa, ma se Lui soffre è una grande cosa, e sappiamo che, proprio perché è il nostro capo, proprio perché ci ha uniti a sé come membra, la nostra sofferenza la fa propria. Dà alla nostra sofferenza e ai nostri atti religiosi la dignità del suo cuore. Questo è supremamente grande, supremamente bello, è veramente il segreto per capire più in profondità la preghiera, che la preghiera del cristiano, non è qualche cosa buttato là, verso il cielo, quando il cielo ci sembrerebbe così sconfinatamene lontano. La nostra sofferenza non è una cosa che tocca solo noi e ci lascia così tristi e appesantiti; è il Signore Gesù che si fa una sola cosa con noi e dà un’incomparabile dignità a tutto quello che noi facciamo. Si tratta allora di responsabilizzarci sempre di più, si tratta allora di fare tanta meditazione da renderci abituali questi pensieri, da renderceli come le forze vive che ci devono muovere, perché altrimenti restiamo assolutamente negativi, restiamo del tutto soli. Possediamo Gesù! introdotti con Lui nel mistero della relazione tra Dio Padre e i suoi figli, noi possiamo così sentire veramente di essere ammessi nella famiglia della Trinità, di essere ammessi fin da questa terra a proclamare con Gesù e in Gesù la gloria eterna di Dio.

CODICE 74B2V01333N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 03/02/1974
OCCASIONE Catechesi a Vespro
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Tempio santo di Dio
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