Parlavamo di vocazione come della strada per dare alla nostra vita il senso vero di piacere a Dio, di piacergli a somiglianza di come gli è piaciuto Gesù, che, avuta la chiamata del Padre, ha corrisposto in una maniera mirabile e perfetta. La nostra vocazione, come ognuno di noi può scoprirla. C’è una vocazione di partecipazione su cui ci fermeremo stasera; che cosa vuol dire? Voi ricordate una frase della Scrittura: “Egli (il Padre) ci ha voluti conformi al Figlio suo” (Rm 8, 29). Ogni cristiano ha dunque una vocazione piena ad essere simile a Gesù, conforme a Gesù. La nostra conformità a Gesù non è solo nel vivere da figli di Dio, perché molte cose si innestano in questa generale chiamata. Essere conformi a Gesù vuol vivere come Lui, vuol dire sentire come Lui, vuol dire scegliere come Lui. Nella vita di Gesù noi troviamo una continuità totale di abbandono al Padre; però Gesù ha compiuto delle azioni meravigliose che noi chiamiamo “misteri”. In queste azioni di salvezza, Gesù ha avuto un particolare splendore, ha avuto una particolare grazia, ha avuto una particolare attrattiva. Ecco che allora i cristiani che hanno accettato la conformità con Gesù sentano particolare chiamata a rivivere in sé questi misteri, o in particolare un mistero. Si sono sentiti particolarmente spinti a realizzare una totale conformità con Gesù: chi si è fermato sul mistero della nascita di Gesù e ha vissuto quella che è stata chiamata l’infanzia spirituale; una spiritualità dunque di abbandono, una spiritualità nella quale si è accentuato in modo particolare l’insegnamento di Gesù: “Se non diventerete come bambini” (Mt 18, 1-3). San Francesco d’Assisi, invece, si è sentito chiamato in modo particolare alla conformità a Gesù povero e crocefisso. E la spiritualità francescana che è venuta da lui prende particolare spinta nella meditazione della Passione di Gesù, in genere nel guardare la santa umanità del Signore. Ogni anima allora può scoprire in sé particolare attrattiva, particolare grazia di un mistero. E se scopre questa sua vocazione, ecco, scopre un grande aiuto, scopre un senso molto grande di vita spirituale, scopre una forza che l’unisce strettamente a Gesù, e lo fa essere come Gesù, e lo fa sentire come Gesù. Chi allora ha visto la spiritualità così in Gesù maestro, chi la spiritualità in Gesù nel suo Mistero Pasquale, chi in Gesù visto così come l’esempio dell’umiltà e del dono. La Chiesa, del resto, da secoli ci presenta nel rosario alcuni di questi misteri; ci invita con, l’aiuto della Madonna, a comprendere per quanto a noi è possibile, a chiedere la grazia, a porci in una disposizione più possibilmente conforme. Ecco, i misteri del rosario sono un invito ad entrare profondamente nel cuore di Cristo. I misteri del rosario ci aiutano, perché ci presentano in una luce di amabilità, di devozione, in una soavità che viene dalla presenza della Madonna quello che è il tracciato, la linea che un cristiano deve sapere adottare e, in particolare, se un cristiano è chiamato ad approfondire un mistero, dove riceve maggiori grazie, dove riceve maggiore luce, dove riceve maggiore forza. Noi ci chiediamo allora davanti al Signore qual è l’impegno nostro per penetrare i misteri di Cristo, qual è l’impegno nostro per vivere profondamente questa grazia, qual è l’impegno nostro per scoprire dove in particolare possiamo essere chiamati a vivere come Gesù e a testimoniarlo nel nostro cammino quotidiano. Essere con Lui, e parlare, e dare di Lui.
CODICE | 76B0V01333N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 01/02/1976 |
OCCASIONE | Catechesi Vespro IV domenica Tempo Ordinario |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Conformi a Gesù |
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