Parlavamo domenica della Santissima Trinità, oceano infinito di gioia, di felicità. E in realtà di lì è partito ogni lancio di gioia. La creazione è stato Dio che, uscito da se stesso, vuole partecipare la gioia dell’esistenza a delle sue creature. Dio non ha creato il mondo per suo interesse, per accrescere la propria felicità, ma perché Lui è essenzialmente amore ed è proprio dell’amore il donarsi, è proprio dell’amore comunicare il suo bene. “S’aperse in nuovi amor l’eterno Amore”: la creazione è opera di amore, è opera di diffusione di gioia e, quando contempliamo i cieli, quando restiamo estasiati da spettacoli meravigliosi della natura, noi verifichiamo come la creazione sia una comunicazione di gioia. E tutto quello che in qualche modo porta alla vera contemplazione porta a Dio. Ricordate come il salmo 103 ci ricorda come Dio è magnifico nella creazione, come possiamo gioire della creazione come opera di Dio. Siamo noi che tante volte non vediamo, siamo noi perpetuamente insofferenti, siamo noi che ci chiudiamo così spesso nell’egoismo da non vedere più le cose che ci sono da vedere, da non percepire più le gioie che devono essere accolte. L’egoismo, lo scontento, fanno veramente preda delle anime nostre: brontoliamo, siamo disgustati, ci lamentiamo di tutto. Siamo noi che abbiamo guastato e continuiamo a guastare l’opera di Dio, siamo noi che col peccato abbiamo oscurato le cose più belle, siamo noi che abbiamo perso l’umiltà e la semplicità nelle quali invece si rifugiavano i santi. S. Francesco d’Assisi, povero, senza quei conforti che aveva la vita dei benestanti anche allora, conforti tanto inferiori a quelli che abbiamo noi adesso, S. Francesco era pieno di gioia e cantava l’inno della creazione a Dio: “Laudato sii, o mio Signore”. Ecco noi dobbiamo invece purificarci, purificare il nostro intelletto, vedere le cose, vederle come le ha fatte Dio, con la destinazione che Dio ha dato alle cose, purificare il nostro cuore da tutti quegli attaccamenti e da tutte quelle scorie che ci appesantiscono. Dobbiamo purificare ancora la nostra vita da tutte quelle storture che si chiamano le abitudini peccaminose. Noi abbiamo guastato il nostro palato, abbiamo guastato il nostro sentire e non percepiamo più come dovremmo percepire. In questa purificazione sta uno dei segreti della gioia vera, anche se viviamo in un mondo di peccatori e naturalmente abbiamo tutte le conseguenze del peccato, ma è dal peccato che viene ogni male, è dal peccato che è venuto il dolore e la morte. Chi combatte contro il peccato combatte contro il dolore, chi vince i peccati dona al mondo un po’ più di gioia. Oh, desiderare di amare le cose come Dio le ha fatte, di usare le cose nelle intenzioni stesse che Dio ha messo nella creazione, oh sentirci fratelli in un mondo fatto da Dio, fatto per noi, fatto perché fossimo felici. Noi abbiamo guastato tutto, abbiamo guastato l’umanità nei suoi sentimenti migliori, stiamo guastando la creazione. Non è semplicemente, come tante volte si dice, che si va contro la natura, per cui dobbiamo essere preoccupati di una preoccupazione ecologica: noi cristiani acconsentiamo a questo ma lo superiamo, noi guardiamo nella creazione il segno di Dio, l’intenzione di Dio che ci vuole contenti, che vuole che raggiungiamo su questa terra un equilibrio di pace per donarci poi la felicità eterna. È dunque con umiltà che dobbiamo vincere le nostre amarezze di ogni giorno, certe amarezze, che dobbiamo vincere le malinconie, certe malinconie soprattutto, che dobbiamo vincere lo scontento che ci conduce ad essere più cattivi con gli altri (diciamo poi “a sfogarci”, dove il termine indica tutto il nostro egoismo). Noi dobbiamo con umiltà superare tutto questo per avere il cuore libero, il cuore che sa gustare le cose buone e le cose belle.
CODICE | 78DFV01363N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza 16/04/1978 |
OCCASIONE | Catechismo Vespro |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | La creazione è comunicazione di gioia: la creazione porta a Dio |
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