28/03/1976 - Vespro IV Domenica Quar

Sant'Ilario d'Enza, 28/03/1976
Catechesi Vespro IV domenica di Quaresima

Ascolta l'audio

Un primo elemento della spiritualità agostiniana è un senso vivissimo del peccato, del peccato come rovina, del peccato come schiavitù. Dicevamo come sant’Agostino da giovane era caduto nella setta dei Manichei. I Manichei sostanzialmente erano degli scandalizzati e dicevano: come mai il male? Come mai il dolore? Quando Dio lo sappiamo è infinitamente buono e potente, se è buono, perché permette che le sue creature soffrano? Se è potente, perché non toglie il male dal mondo? Perciò la fantasia della loro costruzione. Dicevano: allora il male e il dolore non vengono da Dio, vi è un principio in antitesi a Dio, un essere terribile che ha prodotto il male e ha prodotto il dolore. E immaginavano allora tutta la storia, come una storia tra il principio del bene, Dio, e il principio del male. Dicevano che le cose di questo mondo erano inganno, un inganno prodotto da questo essere cattivo. Dio non ha prodotto il mondo, il mondo è afflizione, il mondo è limite, il mondo produce sofferenza. Dio ha creato solo le cose spirituali, le cose pure e sante. Qual è la storia dell’uomo? La storia dell’uomo è questa: che le anime, create da Dio, sono cadute in mezzo alla materia, sono diventate prigioniere di un corpo; perciò, spiegavano così il contrasto tra l’anima e il corpo, tra i desideri dell’anima e i desideri del corpo. E arrivavano a delle conclusioni davvero drammatiche: dicevano che era impossibile resistere alle passioni del corpo, perché il corpo è essenzialmente cattivo; dicevano che la cosa migliore è quella che rappresenta la liberazione della morte; dicevano che il matrimonio, che prolunga la schiavitù delle anime nei corpi, è essenzialmente cattivo. Naturalmente alcuni si dedicavano a delle pratiche austerissime di penitenza per contenere questa malignità del corpo; altri invece dicevano: il corpo è irriducibile, diamo al corpo tutto quello che vuole. Sant’Agostino, caduto in quest’eresia, ne uscì comprendendo il piano di Dio, comprendendo la storia del peccato originale e la storia della salvezza, comprese il perché della croce, il perché il Signore si è dovuto offrire per noi, si è dovuto offrire in tutto il suo tormento e in tutta la sua angoscia. E, uscito dal manicheismo, seppe sottolineare bene quello che è la rovina prodotta, e individualmente e socialmente, dal peccato, e come la redenzione di Gesù sovrabbondante è l’unico rimedio, è l’unica salvezza. Sant’Agostino, perciò, sottolinea molto l’umiltà, l’umiltà nel riconoscere la nostra debolezza, l’umiltà nel confessare la nostra debolezza, l’umiltà nel riconoscerci nella Chiesa per quello che siamo. E quando era il grande luminare della Chiesa, e venivano da lontano per ascoltarlo e per parlargli, quando era riconosciuto assolutamente il primo, il più santo, il più dotto della Chiesa, allora per umiliarsi scrisse il suo libro delle Confessioni, in cui raccontava i suoi peccati e raccontava quelle debolezze che un altro non osa nemmeno dire nel segreto della Confessione. Scrisse questo libro e restò, per tutta la storia della Chiesa, come un grande esempio. E quando noi riconosciamo i peccati, quando li detestiamo davanti al Signore, diventiamo grandi, perché diventiamo purificati, perché ci mettiamo al nostro posto. Ecco, domandiamo a sant’Agostino questa grazia, tanto propria della Quaresima, per riconoscere con il suo aiuto, con la sua intercessione, come il peccato è sempre rovina, e come il rimedio al peccato sta nell’umiltà, sta nella prudenza, sta nell’esercizio della temperanza. In questo tempo quaresimale dobbiamo rivedere il discorso sulle virtù e come, per evitare il peccato, dobbiamo essere umili, prudenti, temperanti; è un discorso che va approfondito, perché l’equilibrio della vita cristiana dev’essere cercato da noi fino in fondo.

CODICE 76CTV01343N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 28/03/1976
OCCASIONE Catechesi Vespro IV domenica di Quaresima
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI I Padri della Chiesa (S. Agostino)
Condividi su
MOVIMENTO FAMILIARIS CONSORTIO
Via Franchetti, 2
42020 Borzano
Reggio Emilia
Tel: + 39 347 3272616
Email: info@familiarisconsortio.org
Website: familiarisconsortio.org
  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
    In fondo, forse, è il segreto più prezioso che ci ha svelato.”
    Umberto Roversi

© 2022 Movimento Familiaris Consortio | Via Franchetti, 2 42020 Borzano (RE) | info@familiarisconsortio.org |Privacy Policy | COOKIE POLICY | SITEMAPCREDITS