Ci sono dunque in noi due uomini. C’è una dualità, un violento contrasto. C’è un uomo vecchio e c’è un uomo nuovo. Cioè, c’è un complesso di cose che sono le cose dell’istinto irragionevole, delle abitudini cattive, c’è il complesso di quello che ha depositato in noi l’ambiente e la nostra viltà. E c’è, in contrapposizione, l’uomo nuovo, cioè il principio di vita che ha posto Cristo nel nostro cuore, di una vita che si vuole affermare, che vuol vincere, che vuole sapere trionfare di tutto. Ecco, la vittoria con la pace, con la gioia, la vittoria con tutto quel patrimonio di cose mirabili è possibile se noi prendiamo la forza dal mistero pasquale di Gesù, cioè, se noi ci sentiamo conformati a Cristo e accettiamo di essere morti con Cristo, per risuscitare con Lui. Soggiunge l’apostolo che Cristo non muore più, “è morto una volta per tutte”. E così deve essere del cristiano: morire una volta per tutte. Realizzare, cioè, un amore così forte, così potente, così linearmente maiuscolo che non venga messo in pericolo da tutte le forze contrarie. Vivere per Iddio. È così che dobbiamo realizzare la nostra grandezza; è così, sull’esempio di Cristo, che dobbiamo attuare la nostra statura spirituale. Essere con Lui. Essere sulla sua misura. Essere per rivivere la nostra esperienza viva e forte. La grazia di Dio è molto potente. Solo che diciamo di sì, farà il miracolo di renderci così uniti, conformi, in un solo cuore con Gesù, con Lui che è il Salvatore.
CODICE | 82CMV01343N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 21/03/1982 |
OCCASIONE | Vespro IV domenica di Quaresima anno B |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Secondo comandamento – Litanie del Santo Nome di Gesù |
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