Siamo arrivati, nella Salve Regina, quando diciamo alla Madonna: “Orsù dunque, avvocata nostra”. È chiamata la nostra avvocata. Che cosa fa nelle cose umane un avvocato? Un avvocato è un uomo competente, competente nelle leggi e nell’applicazione delle leggi, che consiglia, che patrocina la causa del suo cliente, che se è necessario lo difende. L’avvocato raccoglie la confidenza del suo cliente, sa la verità delle cose e cerca di aiutarlo. Perché chiamiamo allora la Madonna nostra avvocata? Chi più di lei è esperta nel regno di Dio? Veramente esperta del cuore del Figlio. Lei sa chiedere, lei sa i desideri di Gesù, lei sa e conosce la volontà del Padre. Chi più esperta di lei nel conoscere il cuore degli uomini, quando con tanta amorevole costanza è vicino a tutte le generazioni dei cristiani, quando tante volte ha posto la sua intercessione? Chi più di lei è dunque degno della nostra confidenza, dell’abbandono pieno, di tutti i nostri segreti? A lei possiamo e dobbiamo dire tutto. Una delle note ben precise della devozione alla Madonna è la confidenza. Dobbiamo confidarci perché siamo sicuri, anche quando ripetutamente siamo cattivi, anche quando non ne abbiamo combinato neppure una, quando siamo stati inconcludenti o incoerenti al massimo. Dobbiamo sempre avere confidenza perché questa avvocata è ancora madre e quanta differenza da chi fa un mestiere, pur con senso di dovere, a chi invece è madre! Quando sappiamo che cuore ha dato Dio a questa madre! E diciamo che lei patrocina la nostra causa. La fa sua. Ecco perché la invochiamo coi titoli di maggiore abbandono. La chiamiamo “consolatrice”, la chiamiamo “rifugio”, la chiamiamo “aiuto”. Maria fa suoi i nostri interessi. Perché ci ama come figli e vuole che ci assomigliamo al Figlio maggiore Gesù. E ci difende. Noi peccatori sappiamo quanto è importante avere una difesa, quanto davanti alla giustizia di Dio abbiamo bisogno di chi ci scusi. E la Madonna più volte nelle sue apparizioni ha sottolineato questo suo impegno di difesa. “Trattengo il braccio di mio Figlio”, diceva a La Salette. “Trattengo il braccio di mio Figlio”. È dunque in un ordine di misericordiosa difesa. Ci sa difendere. Ci vuole difendere. Ecco perché dobbiamo ben valutare questa parola. Ecco perché insistentemente dobbiamo ricorrere a lei. E ricorriamo in tutte le circostanze, soprattutto in quelle più penose e più difficili. Ricorriamo sapendo che la sua bontà non delude mai. Non ha mai deluso. Non deluderà mai nessuno. Perché è veramente in lei il capolavoro della bontà di Dio messo a nostra disposizione.
CODICE | 73C3V01338N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza 4 marzo 1973 |
OCCASIONE | Vespro tempo ordinario IX domenica |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Salve Regina: Maria avvocata nostra |
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