08/12/1980 - Vespro Immacolata Consegna tessere AC

Sant'Ilario d'Enza, 8/12/1980
Vespro festa di Maria Immacolata, Consegna tessere AC

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Dobbiamo fare una riflessione perché… anzi, vi prego di mettervi seduti perché la cosa è un po’ lunga, perché sentirsi chiamati alla evangelizzazione non è sentirsi chiamati a un dare il soprappiù. Un cristiano è per definizione un continuatore dell’opera di Cristo proprio perché è membro del Corpo di Cristo. La grande frase che dobbiamo meditare stasera è la frase di san Paolo: “Guai a me se non evangelizzerò” (cfr. 1Cor 9, 16). Guai a me. Appartenere all’azione cattolica è più visibilmente, più significativamente donarsi a questa evangelizzazione. E la nostra riflessione, in questa festa dell’Immacolata, è precisamente questa: l’evangelizzazione ha lo scopo di portare a Cristo, di strappare l’uomo da quella condizione, da quella condizione triste e povera e miserabile che è la condizione del peccato, di stare lontano dal Signore, di non conoscerlo, di non amarlo. Ecco perché ci dobbiamo sentire veramente presi dal desiderio di evangelizzare, dal desiderio di portare ai nostri fratelli Cristo. E per portarlo dobbiamo viverlo. E per viverlo dobbiamo impegnarci seriamente nella nostra vita cristiana. È necessario che ognuno di noi cresca nella vita spirituale, fino a diventare simile a Cristo, perché Cristo ci ha donato la pienezza della grazia che aveva nel suo cuore e l’ha diffusa per tutta la terra. Un impegno di evangelizzazione forte, grande. Un impegno di evangelizzazione veramente travolgente. Ognuno si senta chiamato. Se lo senta nell’intimo del cuore. Se lo senta in tutte le fibre del suo essere. Guai a me se non evangelizzerò. Quindi sentiamoci impegnaci non a vivacchiare, non così a tirar via. Non siamo una congregazione di pie persone che si chiudono in un intimismo. Non siamo tante forme di gruppi che si crogiolano in sé stessi, che attendono solo a sé stessi, alle proprie cose, ma siamo un gruppo di apostoli che porta Cristo, la carità di Cristo, l’amore di Cristo. Perché, se diciamo di amarlo, non dobbiamo essere bugiardi. I singoli gruppi adesso riceveranno il segno della loro appartenenza all’Azione Cattolica. E darò ad ogni gruppo un augurio. Non vuole essere altro che un augurio. Vuole essere un augurio però sincero, chiaro, preciso. Ecco, i singoli gruppi prendano questa parola della scrittura che do da meditare come il motivo della loro crescita come una forza, perché la parola di Dio è una forza, per progredire ulteriormente. Abbiamo bisogno di rinserrare le nostre fila proprio per un unico scopo: la diffusione dell’amore di Cristo, del regno di Cristo.

CODICE 80N7V01311N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 8/12/1980
OCCASIONE Vespro festa di Maria Immacolata, Consegna tessere AC
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Il dovere dell’evangelizzazione
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