“Gesù si è annichilito - dice l'apostolo - spoglio se stesso”. Da Dio è diventato un uomo. Perché da Dio è diventato un uomo se non per ridonare all'uomo la sua dignità, la sua grandezza. Diciamo: per redimere l'uomo, cioè per donargli la libertà. La libertà da che cosa? Libertà dai suoi peccati, dalle sue passioni. L'uomo aveva perduto l'idea giusta di se stesso, si era avvilito. La Scrittura sottolinea questo avvilimento, un avvilimento per cui l'uomo si era prostrato alle cose, le aveva adorate. E gli idoli diventavano così un simbolo di tutto un modo di vedere e di concepire la vita. L'uomo aveva rinunciato alla sua dignità, si era confuso in mezzo a tutte le cose, si era quasi considerato una cosa. Cristo è venuto per ricordare che l'uomo non è una cosa, è una persona, un centro allora. Non sono le cose, è l'uomo al quale condurre tutto, far convergere tutto. Ogni uomo è grande! Gesù è diventato servo, è apparso in forma umana per ricordare la regalità all'uomo. Come per la creazione, come per il suo dono Pasquale l'uomo deve prendere vera cognizione di essere un re, cioè di essere il centro di questa creazione visibile, di essere come partecipe di Dio il dominatore dell'universo, secondo la parola pronunciata nella creazione: "Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza " (Gen 1, 26). Gesù ha incontrato allora tutte le umiliazione e le sofferenze per noi, per elevarci a una incomparabile dignità di figli di Dio e per ricordarci che possiamo diventare figli di Dio perché abbiamo la dignità di uomini, cioè come Dio noi abbiamo l'intelligenza, noi abbiamo l'affetto, l'amore, come Dio abbiamo la libertà. Nessun uomo deve essere sotto ad un altro, come strumento; sulla persona umana solo Dio sovrasta, solo Dio! E Dio porta un grande rispetto all'uomo e non lede mai la libertà ed è sempre con lui e non uno che lo schiaccia con una legge, perché l'uomo può trovare Dio quando vuole dentro di sé, nel suo intimo. Lo può trovare come meraviglioso principio di una vita che non tramonta. Quanto dobbiamo ringraziare il Signore che ci ha dato questo mirabile dono, quanto dobbiamo ringraziare il Signore ed essere ben gelosi della nostra dignità e bene rispettosi della dignità di ogni uomo che non può essere costretto, che non può essere ridotto come un mezzo qualsiasi. Ogni uomo è grande, è grande per la creazione ed è più grande ancora per la redenzione. In ogni uomo dobbiamo vedere Gesù perché in questo sta il grande segreto della carità: nel vedere Cristo Gesù che, pur essendo di natura divina, assunse la condizione di servo e pagò per noi fino all'ultimo.
CODICE | 79NVV01320N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 30/12/1979 |
OCCASIONE | Catechesi al Vespro |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Moralità |
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