“Sia benedetto Dio che ci consola”. Dio è misericordioso, “è, soggiunge sempre l’Apostolo, Dio di ogni consolazione”. Tutto quello che è consolazione Dio ce lo dà. Ci dà la consolazione nella fede in questa terra, ce la dà nell’eternità quando lo vedremo faccia a faccia. È Gesù che ci ha ottenuto tutto questo. È Gesù che ci ha presentato alla Trinità e ci ha ottenuto questa misericordia e questa consolazione. Noi diciamo: “Santa Trinità unico Dio, abbi pietà di noi”. Perché lo diciamo con tanta convinzione? Perché lo diciamo con tanta sicurezza? Perché Gesù si è addossato il nostro peso, ha preso su di sé le nostre iniquità, “le ha inchiodate”, soggiunge san Paolo, “alla croce” (cfr. Col 2, 14). C’era un decreto. Il decreto comprendeva tutti gli uomini. Un decreto di condanna. Dio infinita giustizia deve condannare colui che si è reso responsabile di peccato. La storia dell’umanità diventava così una storia che perpetuava la condanna. È Gesù che ci ha salvati. E ha salvato dal primo uomo fino all’ultimo uomo che comparirà su questa terra. Anche noi siamo salvati. Anche noi dobbiamo avere viva questa percezione: siamo stati salvati. Come un naufrago pescato nel mare tempestoso, quando già sta per annegare, deve avere il cuore pieno di riconoscenza, una riconoscenza perpetua per chi l’ha salvato, a maggior ragione noi dobbiamo sempre ringraziare Gesù. Sempre. È il motivo della Liturgia che ritorna e dà l’intonazione ad ogni nostra giornata. “Semper et ubique”. Sempre e dovunque rendere grazie a te Signore, Padre santo. Sempre e dovunque. Il ringraziamento va per le piccole cose di ogni giorno, va soprattutto per queste meraviglie che Dio ha operato per noi. Ecco perché quando abbiamo in bocca, e la dobbiamo avere spesso, l’invocazione: “Santa Trinità, unico Dio, abbi pietà di noi”, quando noi abbiamo questa invocazione, dobbiamo sentirci così commossi e così coinvolti. Possiamo avere la sua misericordia, Gesù ci ha coperto col suo sangue. I nostri peccati meriterebbero che noi fossimo all’Inferno e ci rimanessimo per tutti i tempi, per sempre. Il Signore ci ha salvato. Ripetiamo perciò: “Grazie, Signore. Io posso essere così accettato dalla Trinità, accettato come figlio, amato e glorificato”.
CODICE | 82B6V01334N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 07/02/1982 |
OCCASIONE | Vespro V domenica Tempo Ordinario anno B |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Secondo comandamento – Litanie del Santo Nome di Gesù: Santa Trinità unico Dio abbi pietà di noi |
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