20/05/1973 - Vespro V Domenica Pasqua

Sant'Ilario d'Enza, 20 maggio 1973
Vespro V domenica di Pasqua anno B

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“E mostraci, dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del seno tuo”. Vedere Gesù è il paradiso, vedere Gesù è entrare con lui nella comunione della Trinità. Dobbiamo comprendere che cos’è il paradiso dalle parole della Scrittura: “Ora - dice san Paolo - lo vediamo nell’ombra, come in un enigma, ma allora lo vedremo a faccia a faccia” (cfr. 1Cor 13, 12). Il paradiso è la visione. Con un termine più evidente è la comprensione, è il possesso di Dio. Dio è l’essere infinito. Dio perciò è l’infinita verità. È l'infinita bellezza. È l’infinito amore. Possedere Dio vuol dunque dire possedere l’infinita verità, è contemplare e avere l’infinita bellezza, è essere totalmente nell’amore. La gloria stessa di Dio diventa nostra. Oh, il paradiso com’è grande! Oh, come è grande il premio che il Signore ci promette per quel poco che possiamo fare per lui qui sulla terra! Per un po’ di bene, per un po’ di sacrificio, per un po’ di tempo, il tempo che fugge senza premio, un’eternità di verità, di bellezza, di amore, di gioia. Dobbiamo pregare la Madonna perché queste parole della scrittura possano penetrare fino in fondo all’anima nostra. E noi in questa preparazione all’Ascensione impariamo a desiderare Dio, a voler meglio il paradiso. Sì, lo dobbiamo desiderare molto il paradiso, perché è la nostra vera dimora, il resto passa. Il resto… un giorno, due giorni, qualche anno! Dobbiamo desiderare molto il paradiso e tradurre questo desiderio nelle nostre opere. Perché il paradiso non è per i pigri, il paradiso non è per gli illusi, il paradiso non è per quelli che amano il Signore solo a parole, il paradiso è per quelli che lavorano. E proprio perché è breve il nostro tempo, intenso e forte deve essere il nostro lavoro. Dobbiamo collaborare con Dio nelle cose di questo mondo, dobbiamo vivere le gioie di questo mondo, non dimenticando però mai che devono essere il mezzo per quello che ci aspetta nell’eternità. Dobbiamo lavorare con Iddio qui, per togliere l’ingiustizia, per fare trionfare la grazia, perché questa terra diventi un po’ più degna di ospitare i figli di Dio. Ma sempre guardando avanti, ma sempre guardando a ciò che ci aspetta. Ed è proprio per questo che l’avvilimento, che la tristezza, che il dolore non ci devono sopraffare. Abbiamo visto la Madonna ai piedi della croce. Guardiamola ora nella grazia della risurrezione, guardiamola nel suo trionfo in paradiso. Preghiamo il Padre perché mai le cose di questo mondo soffochino la nostra fede e camminiamo forte perché ricordiamo le altre parole della scrittura: “Chi spera nel Signore non resta mai deluso”. Nell’impegno e nelle infermità.

CODICE 73ELV01364N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 20 maggio 1973
OCCASIONE Vespro V domenica di Pasqua anno B
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Salve Regina: mostraci, dopo questo esilio, Gesù, Il frutto benedetto del seno tuo.
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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
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