12/05/1974 - Vespro V Domenica Pasqua

Parlavamo, domenica scorsa, dell’infinito amore di Gesù per noi. Chiudiamo il commento a quest’ottava invocazione pensando ancora una volta alle dimensioni che deve avere il nostro amore per il Signore, perché è proprio questa corrispondenza all’amore di Gesù che costituisce la sostanza della vita cristiana. La vita cristiana non è una risposta anonima, la vita cristiana non è una serie di precetti, la vita cristiana non è un formalismo di devozione, la vita cristiana è sostanzialmente una risposta di amore alla chiamata di amore del Signore e perciò diciamo che noi valiamo in tanto in quanto esprimiamo amore e noi saremo giudicati dall’amore. E quali caratteristiche dunque deve avere il nostro amore a Gesù? Particolarmente noi dobbiamo vedere quello che ha detto Gesù “Non chi mi dice Signore, Signore, ma chi fa la volontà del Padre mio” (Mt 7, 21) questo è veramente adatto, questo costruisce il regno di Dio. Dobbiamo temere di formarci a un amore di parole quando invece siamo chiamati ad esprimere delle opere. Gesù stesso ha sottolineato questo aspetto quando ha detto “Io vi ho posto, perché portiate frutto e il vostro frutto rimanga” (Gv 15, 16). Il Signore ci ha posto, perché operiamo e le sue parabole parlano sempre di un risultato, di un frutto. Il seme buttato per terra realizza quando fa frutto, la pianta è salvata se fa frutto, è sempre in un ordine del frutto che noi evidentemente dobbiamo insistere: se portiamo frutto, se cioè la nostra vita cristiana può veramente dire che coi fatti si è compiuto il volere di Dio, si è fatta la volontà di Dio, si è realizzata nel suo vero senso l’opera di Dio. Una seconda caratteristica del nostro amore è un partecipare, anche con sofferenza, ai problemi del regno. Più volte il Signore ci ha chiesto questa penitenza, questo lavoro insieme, perché il regno di Dio si salva con la croce, il regno di Dio non si realizza senza croce! Domani ricordiamo la Madonna di Fatima. Che cosa ha chiesto? Ha chiesto ai pastorelli, e per loro ha chiesto alla chiesa, a tutti noi, di soffrire, di pregare per i peccatori. È così che si è membra attive, è così che si fa, non stare a vedere ma scendere nel campo e nel campo c’è il lavoro per tutti: c’è il lavoro della preghiera, c’è il lavoro della penitenza, c’è il lavoro del sacrificio, c’è il lavoro dell’apostolato. “Pregate per salvare i poveri peccatori dall’inferno”, questo messaggio di Fatima sentiamolo vivissimo dentro di noi! Una terza caratteristica del nostro amore è quella di unirci a Gesù nel modo stesso che Gesù si è unito a noi; e qui ricordiamo che la nostra collaborazione si chiama la nostra devozione alla Madonna. Siamo nel mese di Maggio, lo ricordiamo tutti i giorni: Gesù scende a noi per mezzo della Madonna, è per mezzo della Madonna che noi collaboriamo con Lui, che noi sappiamo esprimere il nostro amore a Lui. È qui l’importanza di essere a disposizione del Cuore di Maria, perché il Cuore di Maria ci ispiri sentimenti adatti, ci ottenga le grazie sufficienti, muova la nostra povera attività. Uniti a Maria collaboreremo bene con Gesù, gli dimostreremo veramente l’amore come ha espresso la Vergine Santissima, che è stata quella che ha espresso più amore a Gesù. Ecco, poniamoci allora disponibili, perché il vero amore di Dio trionfi in noi.