31/03/1974 - Vespro V Domenica Quar

Sant'Ilario d'Enza, 31/03/1974
Catechesi a Vespro

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La settima invocazione dice “Cuore di Gesù porta del cielo e luogo dell’Altissimo abbi pietà di noi”. L’invocazione è presa dalla Sacra Scrittura, dall’Antico Testamento, voi la ricordate, l’espressione presa dalla Genesi, dal sogno di Giacobbe. Ricordiamo brevemente il fatto. Giacobbe fugge dal fratello Esaù che lo cerca a morte, fugge, va al nord per andare dal fratello di sua madre, da suo zio Labano. È un momento di angoscia per Giacobbe, ha davanti a sè una strada molto oscura; non sa come sarà la sua vita. Prima di arrivare a destinazione, mentre dorme, lì per terra, con per guanciale un sasso, ha un sogno: gli pare di vedere Dio al sommo di una scala che congiunge la terra al cielo. Lungo questa strada, questa scala - strada, salgono e scendono gli angeli. Dio parla a Giacobbe e dice: Io sono il Dio di Abramo e di Isacco tuo padre; ecco, la terra nella quale sei la darò alla tua stirpe; tu dunque - vuol dire il Signore - raccoglierai quella benedizione messianica che hanno avuto i tuoi Padri, perciò non temere io sono con te. Giacobbe, svegliatosi dal sonno, eresse un altare con la pietra che aveva sotto il capo ed esclamò: Veramente qui è la casa del Signore ed è la porta del cielo! E offrì il sacrificio al Signore. Queste parole esclamate da Giacobbe: questa è la casa di Dio, questa è la porta del cielo, sono applicate al Cuore di Gesù; e la trasposizione allora è molto eloquente: molto meglio che nell’Antico Testamento (quel posto Giacobbe lo chiamerà la casa di Dio: Betel) la vera casa dove è Dio è il Cuore di Gesù, dove si incontra dunque la benedizione, la misericordia l’aiuto di Dio. Ed è proprio nel Cuore di Gesù, porta del cielo, dove noi possiamo veramente avere la salvezza piena che ci garantisce l’eternità. Ciò che allora era un’immagine diventa una splendida realtà in Gesù. Fermiamoci ad alcune considerazioni. La prima questa sera: Gesù è dunque chiamato la casa di Dio, e bene viene raffigurato in quella misteriosa scala di Giacobbe che congiunge la terra al cielo, perché veramente con l’Incarnazione si è verificato in pieno questo rapporto, questa unione. Prima l’uomo era tanto lontano da Dio, Dio lo cercava, ma l’uomo fuggiva. Con l’Incarnazione Dio si è fatto uomo e in Lui finalmente gli uomini trovano la loro salvezza. L’Incarnazione: è il mistero centrale della salvezza. Che cosa dice? La seconda persona della Santissima Trinità il Figlio di Dio si è fatto carne, cioè ha preso la nostra natura umana, ha preso un corpo e un’anima come abbiamo noi. Dio fatto uomo! Pensiamo bene queste parole! Queste parole che alle volte scorrono via senza lasciarci un segno, perché siamo degli abituati. Dio fatto uomo e fatto uomo per amore nostro! Quando noi guardiamo Gesù non guardiamo solo un magnifico personaggio, guardiamo veramente a Dio diventato uno di noi. Quanta ammirazione, quanta riconoscenza, quanto rispetto! Soprattutto quanto amore dobbiamo portare al mistero dell’Incarnazione! Perché è lì il più grande di tutti i miracoli, perché è lì il prodigio massimo dell’amore! Dio uno di noi: Gesù che è venuto per portarci al Padre E guardate i rapporti che vi sono tra la messa e l’Incarnazione, quando in ogni messa abbiamo ancora l’attualità di Cristo tra di noi. E come allora dobbiamo sempre essere col cuore pieno di riconoscenza, non per niente la messa è essenzialmente ringraziamento: Dio viene a noi. Grazie! Viene a noi per salvarci: cresce ancora il grazie. Viene a noi perché ci ama e ci vuol rendere sempre più simili a Lui. Quanto dobbiamo allora sentire che in quella casa veramente noi dobbiamo abitare: casa di Dio! Giacobbe aveva detto: quanto è terribile questo luogo, qui è la casa di Dio! Noi diciamo in ogni messa come è amabile questo luogo: qui è veramente la casa nostra, cioè dove noi ci realizziamo, perché il Signore è ancora in mezzo a noi, è ancora per la nostra salvezza, per il nostro amore. Proponiamoci dunque di sentire in ogni messa il dono di Gesù fatto uno di noi, di sentire come Gesù ci vuole veramente uniti a Lui, per cui diventato uomo per nostro amore vuole che il nostro amore sia pieno e totale.

CODICE 74CZV01344N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 31/03/1974
OCCASIONE Catechesi a Vespro
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Casa di Dio e porta del cielo
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