At 13, 26-30a Non lo hanno riconosciuto. È tutto qui. Gli abitanti di Gerusalemme sono andati verso la condanna, verso la loro infelicità perché non lo hanno riconosciuto. “Conoscere lui - dice la Scrittura - “è la vita eterna” (cfr. Gv 17, 3). Conoscere lui. Incontrarsi con lui. Gioire di lui. Accettare la sua parola e la sua logica. Il Signore ci è stato mandato dal Padre come redentore ed è proprio in questo incontro tutta la nostra beatitudine del tempo e la nostra beatitudine dell’eternità. Perché il Signore non ci chiama alla tristezza, ma alla liberazione dal male, alla vera gioia. Perché quando si incontra lui nessuna cosa può in qualche modo resistere. Vi ricordate un giorno che c’erano due cortei? Due cortei di cui uno portava la morte e l’altro portava la Vita. Quando si incontrarono fuori dalla città di Nain sapete quello che avvenne: la morte fu vinta e scomparve. È Gesù vita, perché è Gesù amore. Chi incontra lui incontra la totalità, incontra l’unica speranza che abbiamo sulla terra. Bisogna che affrettiamo il suo incontro, bisogna che vogliamo un incontro forte e vigoroso. Incontrarlo. Il nostro paradiso sarà così nel contemplare il suo volto. Il paradiso sarà tutto lì. Dobbiamo anticiparlo nella fede su questa terra. Incontrarci con lui particolarmente in questi giorni, contemplandolo sulla croce, contemplandolo nel suo amore sofferente, contemplandolo nel suo grandissimo incomparabile dono. Incontrarlo così è per noi la sorgente di ogni grazia.
CODICE | 81D4V01344N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 5/04/1981 |
OCCASIONE | Catechesi al Vespro V domenica di Quaresima anno A |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Gesù vita |
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