“Dalle sue piaghe siamo stati guariti” (cfr. Is 53, 5). Ma ci pensiamo alle sue piaghe? È l’interrogativo che ci dobbiamo rivolgere, che dobbiamo deporre in fondo alla nostra anima. Ci pensiamo alle sue piaghe? Quello che ha fatto per tutti, lo ha fatto per ognuno. Uno per uno ci ha salvati. Uno per uno ci ama. Uno per uno è ancora nella sua opera per portarci la sua grazia, la sua vita, la sua gioia. Dobbiamo pensare alle piaghe di Gesù, perché devono risvegliare nel nostro cuore il vero amore, quell’amore che dobbiamo portare a Gesù e che deve essere sopra tutte le cose. Dobbiamo amare il Signore più di noi stessi. Dobbiamo amare il Signore più che gli altri. Dobbiamo amare il Signore con tutta la potenza del nostro essere. E non è un consiglio, è un comando: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore” (cfr. Mt 22, 37; Mc 12, 30; Lc 10, 27). È un comando. E dobbiamo meditare a lungo su queste precise parole: Dio ci ha dato Gesù quando noi eravamo peccatori, quando noi non Lo conoscevamo, quanto più adesso Gesù è per noi. Gesù è attento a quello che facciamo, è attento alle nostre preghiere, è attento ai nostri atteggiamenti. Nessuna cosa nostra è indifferente per Gesù: se conta anche i nostri peccati, conta anche i nostri capelli. Conta i peccati perché sono mancanze di amore e Lui vuole tanto amore; conta i capelli perché tutto quello che è nostro Lui lo custodisce e lo indirizza e lo guida. Quindi, entrando sempre di più nella meditazione della Passione, guardiamo il Crocefisso con un occhio attento, con un occhio che penetra, con un occhio reso sensibile da un grande amore.
CODICE | 87D4V013 |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 05/04/1987 |
OCCASIONE | Vespri, V domenica di quaresima anno A |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Le piaghe di Gesù |
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