14/02/1982 - Vespro VI Domenica Ord

“Dobbiamo rendere sempre grazie a Dio”. È il programma che ognuno di noi deve fare proprio. Il ringraziamento suppone alcune precisazioni. La prima: che apprezziamo il dono di Dio. La seconda: che vediamo come ogni cosa buona viene da Dio e tutto è buono salvo il peccato, perché il peccato è negazione di Dio, negazione della sua sapienza e del suo amore. Domenica ricordavamo come noi dobbiamo essere lode alla Trinità. Oggi diciamo che dobbiamo essere lode di ringraziamento, cioè che Dio non è solo mirabile nell’universo, non è solo mirabile nella generale storia della salvezza: è mirabile ancora nella nostra storia, nella storia della nostra vita, chè ogni giorno della nostra vita contiene tanti miracoli di amore. Dio ci ha amato in Gesù. Ci ha amato e ci ha resi santi nella grazia per il sangue di Gesù. E Dio ci chiama ad essere sempre più uniti a Gesù fino al giorno in cui parteciperemo della sua gioia infinita. Esortarci allora al ringraziamento è sommamente utile per noi. Dobbiamo sentire che, nell’invocazione del nome di Gesù, noi esprimiamo alla Santissima Trinità la pienezza del nostro ringraziamento. Rendere grazie perché ci ha dato Gesù, perché ci ha dato il suo sacrificio, perché siamo salvi nel suo Mistero Pasquale, perché attraverso Gesù possiamo colloquiare col Padre, possiamo essere totalmente suoi, perché attraverso il nostro sforzo possiamo superare ogni ostacolo e donarci a questo amore che è un amore meraviglioso e continuo. Perciò il ringraziamento che si esprime così: “O santa Trinità, unico Dio, abbi pietà di noi”; pietà della nostra poca corrispondenza, pietà della nostra indecisione, pietà del nostro poco riconoscimento. Pietà, e sappiamo quanto è grande l’amore che si china sulla nostra vita, che la prende, che la porta in alto fino alla statura di Cristo.