23/05/1976 - Vespro VI Domenica Pasqua Cresima

Sant'Ilario d'Enza, 23 maggio 1976
Vespro Cresima VI domenica di Pasqua anno B

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Mi state molto attenti perché io parlo per voi adesso. Non parlo per gli altri. Io parlo per voi e perciò raccogliete la mia parola. Portatela con voi. Questa mattina avete ricevuto una partecipazione all’amore infinito di Dio. Stamattina voi che avete ricevuto, noi che siamo stati vicini a voi, abbiamo sentito come il Signore è buono, come ci ama, quando vuole che noi lo amiamo come lui ama sé stesso. Dovete essere molto contenti di quello che avete ricevuto. Molto. È giorno di gioia oggi. Il 23 maggio 1976 lo dovete tenere sempre davanti come uno dei giorni memorabili, importantissimi della vostra vita. È un grande giorno. Però lo sapete che essere cristiani cosa vuol dire? Me lo sapete dire subito. È andare in su o andare in giù? In su. Si fa fatica andare in su? Molto. Mi viene in mente un fatto della bibbia che forse voi ricordate. Forse lo ricordate. Guardiamo. Racconta la bibbia del re Davide. Ricordate. Il re Davide. Quello che ha fatto tanti salmi, che sapeva pregare così bene il Signore. Bene. Davide un giorno era all’estremo delle sue forze, non ne poteva più. Era dovuto andare in luoghi deserti, una montagna senza nessun conforto. C’era una guerra. Erano giorni che non mangiava. Non ne poteva più. Sembrava che fosse arrivato in ultimo. Quando, così, nell’anfratto della roccia, c’era tutta la roccia, ha visto che le api avevano fatto un alveare. E c’era lì il favo che gocciolava miele. Allora lui aveva un bastone, doveva stare lontano, è evidente, aveva un bastone. Ha preso col bastone del miele e ne ha mangiato. Dice la bibbia: “Gli occhi di Davide si illuminarono. Riprese le forze” (cfr. 1 Sam 14, 27). Quelle forze che lo condurranno a realizzare il piano di Dio nella sua vita. Bambine, bambini, io vi vorrei dire questo, ve lo tenete in mente: che quando domani troverete difficile essere cristiani, troverete faticoso, vi sembrerà che non si possa più andare in alto, vi verrà la tentazione d’andare in basso, ricordate che il Signore ha messo nella nostra vita qualche cosa di molto più prodigioso di quel miele mangiato da Davide. Voi lo sapete qual è quel miele che, se ne mangiamo, le forze si moltiplicano. Nei giorni passati vi abbiamo parlato di quello che dovete fare. Oggi vi dico soprattutto questo: prendete i mezzi per fare. Ecco, me lo sapete del resto dire qual è quel miele che il Signore ha messo…, guarda che i bambini sono già pronti per dirlo. Sì. Qual è quel miele che il Signore ha messo per darci la forza, vero? Lo diciamo sempre quando, come questa sera, daremo la benedizione: “Egli ci ha dato un pane dal cielo che ha ogni sapore buono, più dolce del miele”. Bambini, ecco la vostra messa. Ecco la vostra messa partecipata completamente nella comunione. Ecco la vostra messa. Oggi vi facciamo festa perché, avendo ricevuto lo Spirito Santo, siete entrati nella comunità degli adulti nella fede. Vi diciamo però: il segreto di riuscire sta lì, nella messa. Nella messa. Siamo d’accordo su tre parole allora? Che esprimono tutto. Che ve le domanderò poi sempre queste tre parole. Vedo che siete attenti tutti. Tre parole. La messa sempre. La messa bene. La messa insieme. Tre parole. La messa sempre: è il centro. La messa bene: con la devozione e l’amore. La messa insieme: perché non andiamo a messa solo per noi, ma andiamo a messa per tutti, perché, cos’è la messa? Abbiamo detto: è un tesoro. Un meraviglioso tesoro. Tutte le grazie che Dio ci dà ci arrivano attraverso la messa per noi e per gli altri. Essere cresimati, lo abbiamo detto, è essere cresimati per gli altri, per essere nella chiesa un aiuto di bene. Allora la messa. Me le sapete ripetere le tre parole? La messa sempre. La messa bene. La messa insieme. Ah! Le sapete bene allora. Così si ha il miele per andare in alto, vero? Siamo d’accordo? Sì. Quando tornerete domenica che faremo la chiusura alle ore cinque, faremo la chiusura del nostro corso di dottrina, e vi darò il quadretto ricordo, adesso non vi dico mica che cosa è quel quadretto perché deve essere una sorpresa. Ve lo spiegherò poi domenica. Però domenica ecco, vi dirò una seconda cosa, proprio dandovi il quadretto. Una seconda cosa. Questa è la prima e la fondamentale. Ora invochiamo la benedizione del Signore soprattutto su di voi. Soprattutto. Quando alzerò adesso ecco il Signore in un segno di croce ecco è per voi soprattutto questa benedizione. Noi l’invochiamo di cuore.

CODICE 76EOV01365C
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 23 maggio 1976
OCCASIONE Vespro Cresima VI domenica di Pasqua anno B
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Cresima
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