La preghiera liturgica è eminentemente una preghiera cristocentrica. Avete sentito la lettera agli Ebrei, parla del sacerdozio di Gesù, della sua mediazione, del sangue più eloquente e più prezioso di quello di Abele. Lo ricordate, sono le parole del Signore: “La voce del sangue di tuo fratello grida a me dalla terra” (Eb 12, 24). Caino sapeva che il suo delitto non poteva restare impunito: quel sangue gridava. Perpetuamente, il sangue di Gesù grida dalla terra, grida misericordia, domanda pietà, secondo quello stesso concetto espresso da Lui: voglio la misericordia e non il giudizio. La preghiera liturgia è allora un mettersi con il sangue di Gesù, un farlo sempre più nostro; del resto, tutte le preghiere liturgiche terminano alla stessa maniera: “Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio”. “Per”: l’intercessione. L’umanità di Gesù, offerta, sacrificata per noi, è la nostra gloria, è la nostra difesa, è il nostro conforto. Dimentichiamo tante volte questa mediazione, proprio perché siamo presi da noi stessi, dalle nostre idee, dai nostri bisogni, dai nostri gusti e non ci affidiamo abbastanza alla mediazione di Gesù, perché è Lui che ci porta al Padre, è Lui che ripete la sua domanda, ripete il suo sacrificio. Che cos’è la santa Messa, se non una rinnovazione della sua voce, una offerta del suo sangue, un grido per i nostri peccati, per le nostre responsabilità? Vogliamo quindi sentirci così, uniti in Gesù nostro mediatore e nostro fratello, nostra difesa e nostro aiuto. Rifugiamoci in Lui e appoggiamo la debolezza della nostra preghiera alla sua potentissima voce d’intercessione.
CODICE | 84BRV01337N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 26/02/1984 |
OCCASIONE | Vespro, VIII domenica Tempo Ordinario |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Preghiera Liturgica |
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