La nostra eredità, la nostra speranza viva è il Paradiso e l’azione liturgica ci anticipa il Paradiso. Quante volte, nella preghiera della Messa, è detto che, avendo avuto la grazia del Santo Sacramento, abbiamo l’anticipo della gloria eterna, questa gloria eterna alla quale tutti noi siamo chiamati. Tutti Dio li ha fatti per il Paradiso e tutti Dio metterà in Paradiso, salvo che un peccatore resista e fugga. Dobbiamo sentire vivo il desiderio del cielo e ogni liturgia ci deve acuire questo desiderio, perché è la fine di tutte le nostre miserie, la fine di tutta la nostra incertezza, il timore di peccare, di allontanarci dall’eredità di Dio. Animiamoci dunque in ogni liturgia a pensare al Paradiso, a sospirare il Paradiso, a vivere sempre più intensamente per il Paradiso, perché breve è il tempo, ma eterna è la ricompensa; breve è il tempo: non ci dobbiamo illudere cercando delle altre cose. Il Signore ce lo ha detto: dobbiamo cercare il vero tesoro e in questo tesoro mettere il nostro cuore. Animiamoci dunque a capire come, quando facciamo la Liturgia, siamo uniti a Gesù, siamo uniti al suo corpo che è la Chiesa, così sarà la nostra condizione in Paradiso: uniti a Gesù e uniti a tutta la Chiesa, altro che in Paradiso la nostra felicità sarà perfetta perché vedremo il volto di Cristo e il suo volto costituirà veramente la nostra gioia senza incrinature e senza alcuna oscurità. Il suo volto: la nostra beatitudine, il suo volto quindi, anche adesso, la nostra speranza.
CODICE | 89FHV013 |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 18/06/1989 |
OCCASIONE | Vespro XI domenica tempo ordinario |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Liturgia |
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