Stiamo parlando della nona invocazione: Cuore di Gesù, centro della santità e dell’amore. Una delle promesse che il Cuore di Gesù ha fatto alla santa delle rivelazioni, santa Maria Margherita, è proprio in quest’ordine, dice che i tiepidi diventeranno fervorosi. Chi è vero devoto del Cuore di Gesù, contemplando quell’oceano di amore, la fornace ardente di carità, vince se stesso e si pone nella linea giusta, quella dell’amore, che è proprio al contrario della rilassatezza, di quella che noi chiamiamo, con una frase che viene dall’Apocalisse, tiepidezza. Voi ricordate quello che dice il Signore per bocca di Giovanni apostolo a quel vescovo “Tu non sei né caldo né freddo sei tiepido per questo ti vomiterò dalla mia bocca” (Ap 3, 15-16). La tiepidezza o mediocrità è quello stato dell’anima rinunciatario: si rinuncia ad essere nell’ordine della carità e si fa della propria pietà un comodo, una rassegnazione o una formalità. Si va avanti così, tiepidamente, dispiace rompere, dispiace fare, si resta a metà. Sono molte le anime in questo stato? Forse sono più di quello che non si pensa. I segni sono molti, quelli più evidenti sono questi: si fa scarsa cura di correggersi dei propri difetti, ci si impegna poco, ci si impegna solo a parole, si ripetono parole e promesse, parole e promesse, che non hanno un seguito. Perciò in pratica non si combattono i peccati di ogni giorno, i peccati veniali, peccati sempre ripetuti, le confessioni si rimandano volentieri, si fanno con sempre gli stessi peccati senza un vero dolore, senza uno sforzo autentico. Si rifugge da tutto ciò che costa sacrificio, che costa impegno nel servizio di Dio. Si riduce sempre quello che si deve fare, si fa il minimo indispensabile, si tira avanti così per dei mesi, per degli anni. Questo proprio all’opposto di quello che deve essere il nostro impegno di battesimo, perché come meditavamo stamattina, l’essere battezzati vuol dire rivestirci di Cristo. Ecco, Cristo perfetto nell’amore al Padre, perfetto nell’amore agli uomini, generoso fino in fondo, fino al momento della sua immolazione: “Tutto è stato compiuto” (Gv 19, 30). Naturalmente chi si trova in uno stato di tiepidezza perde tantissime grazie, è fuori strada, non capisce più quella che è la vera vita di servizio al Signore, preghiere tirate via e intermittenti, difetti che col passare del tempo si consolidano, virtù che devono sempre a venire; ci si mette poi sempre di più in pericolo e si va verso un naufragio sicuro, abusando della grazia di Dio ci si priva di tanti aiuti che il Signore è disposto a darci. Abusare della grazia di Dio è pericoloso, diceva sant’Agostino, lo ricordiamo bene: Temo il Signore che passa. Passa davanti a te il Signore con un profluvio di grazie, tu lo lasci passare. Diceva sempre lo stesso santo: Tornerà? Tornerà con la stessa grazia? Tornerà con una grazia maggiore? Non abusare della misericordia di Dio.
CODICE | 74FOV0133BN |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 23/06/74 |
OCCASIONE | Catechesi a Vespro, XII domenica Tempo Ordinario anno C |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | 9- Santuario di giustizia e di amore |
© 2022 Movimento Familiaris Consortio | Via Franchetti, 2 42020 Borzano (RE) | info@familiarisconsortio.org |Privacy Policy | COOKIE POLICY | SITEMAP | CREDITS