26/06/1977 - Vespro XIII Domenica Ord

Sant'Ilario d'Enza, 26/06/1977
Catechesi al Vespro

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Abbiamo ascoltato mercoledì la parola del Papa, l’abbiamo ascoltata per noi, l’abbiamo ascoltata anche per coloro che non erano presenti. L’abbiamo ascoltata e la vogliamo custodire nell’anima nostra, proprio come un tesoro, come un’indicazione del lavoro che ci resta da compiere. Il Papa ha sottolineato il mistero della chiesa, l’essere noi inseriti in questo mistero, avere noi le grazie di questo mistero, avere noi i compiti inerenti alla nostra qualità di membra nella chiesa. Noi vogliamo perciò accentuare la nostra riflessione su quella che è la nostra identità. La chiesa deve sempre di più prende atto del suo essere e volerlo sempre di più attuare, secondo le indicazioni del Signore, secondo gli aiuti che il Signore abbondantemente dona. Il nostro essere chiesa comporta per noi una dignità di proporzioni altissime, comporta delle responsabilità, comporta dei compiti di evangelizzazione; noi siamo chiamati ad evangelizzare ed evangelizzare non è qualche cosa di esteriore, è il continuare la redenzione del Cristo, è partecipare con Lui alla salvezza del mondo. E il Papa ci ha indicato ancora come possiamo attuare tutto questo, ci ha detto: la direzione è segnata, è segnata dalla parola di Dio, dalla rivelazione di Dio, è segnata dalla Bibbia, la Bibbia dell’Antico e del Nuovo Testamento; per attuare il nostro compito, per essere veramente illuminati, per camminare nella fede noi abbiamo bisogno della parola di Dio. “Il Verbo si è fatto carne ed abitò tra noi”. Dio ci ha parlato, molte volte ha parlato all’umanità, la storia della salvezza è la storia della rivelazione, è la storia della parola di Dio comunicata a noi. Finché la stessa parola di Dio, la stessa sostanziale parola di Dio si è fatta carne, si è fatta uno di noi. Dio si è comunicato pienamente a noi. La gioia di essere chiesa è la gioia di accogliere la sua parola, meravigliosamente, fortemente, la gioia di accogliere la sua parola, di comprendere questa parola. Non è come la nostra parola la sua; la sua è una comunicazione ineffabile della sua bontà e della sua misericordia. Dio che si dona a noi, Dio che ci illumina e ci fortifica. Ecco che nasce allora il cammino che vorremo intraprendere nel nuovo anno sociale. Il nuovo anno sociale sarà segnato proprio da questo accoglimento, da questo studio; vorremo da Gesù Maestro apprendere la strada, vorremo da Gesù Maestro apprendere come attuiamo il nostro essere chiesa, come poter camminare con scioltezza e con forza. Questa estate ci vorremo allora preparare a questo tema di grande profondità e di grande urgenza. Gesù Maestro, dopo l’Eucaristia, è il tema forte; Gesù ci dona il suo corpo: la mensa del corpo; Gesù ci dona la sua parola: la mensa della parola. Sarà il prossimo anno “l’anno della Bibbia”, l’anno in cui studieremo con più costanza e con più profondità e con più slancio la parola di Dio. L’anno della nostra riflessione, di una meditazione più approfondita e più vivace. L’anno in cui ci adopereremo a rinunciare alle nostre idee per accogliere le idee di Gesù, perché abbiamo bisogno di fede e la fede è il sì alla sua parola. Vogliamo quindi, tutti e ognuno, vogliamo cominciare il nostro lavoro di preparazione, perché sia nel consenso di tutti, sia nel contributo di tutti un nuovo lavoro, un nuovo impegno entusiasmante, una cosa magnifica, realizzata insieme, un nuovo passo nella via di Dio, nella via della sua comprensione e del suo amore.

CODICE 77FRV0133CN
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 26/06/1977
OCCASIONE Catechesi al Vespro
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Riflessione sul pellegrinaggio a Roma del 22/06/77, lancio del nuovo anno della Parola
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