In Lui è ogni tesoro di sapienza e di scienza. Ecco, conoscere Gesù è dunque conoscere la rivelazione della sapienza infinita di Dio, è conoscere la verità stessa che esce dal seno della Trinità, è nel mistero della grazia, cioè, è nel renderci capaci, acconsentendo alla forza di Dio, il renderci capaci di capire il Signore e di seguirlo. Forse, perché ci siamo abituati, forse per i nostri peccati, forse per quel pesante velo di indifferenza, restiamo alle volte poco colpiti dalla sapienza di Gesù che si manifesta nel Vangelo. E le sue parole non producono in noi quella profonda trasformazione, non generano in noi quella meraviglia altissima che dovrebbero occupare il cuore di ogni uomo. Ecco perché la Liturgia più volte sottolinea, e lo sottolinea con molta forza, quelle parole: “Signore, togli il nostro cuore di sasso e dacci un cuore sensibile” (cfr. Ez 26, 36). “Signore togli le tenebre della nostra mente, perché accogliamo la tua luce, lo splendore della tua luce”. Abbiamo tutto un tempo liturgico, l’Avvento, proiettato in questo senso; l’Avvento vuole in fondo dire questo: rimettiti nella posizione giusta, rimonta quella che è stata la china attraverso la quale sei scivolato giù. Non capisci bene. “Vieni, Signore!”, ripete l’Avvento. “Vieni!” Il suo venire è proprio il venire dello splendore della sua verità. “Nessuno ha parlato come quest’uomo” (Gv 7, 46) dicevano, le turbe che lo ascoltavano lungo le strade della Palestina o sulle rive del lago di Genezaret. “Nessuno ha parlato come quest’uomo” (ib.). “Tu solo hai parole di vita eterna. Dove andremo? ” (Gv 6, 68). “Tu solo hai parole”: quelle parole che danno vita, quelle parole che danno sicurezza, quelle parole che danno consolazione. È necessario che ci accostiamo al Vangelo con molta maggiore umiltà, con molta maggiore forza, con molta grande sete perché “beati coloro che hanno sete (cfr. Mt 5, 6), ha detto Lui stesso, Gesù, “beati quelli che hanno sete”. Attingere dal Vangelo, attingere sempre più. Diceva san Bernardo: “Signore, chi si avvicina a te è come uno che accosta la bocca a qualche cosa di supremamente dolce e buono”. Ecco, rivedere allora il nostro modo di leggere il Vangelo, di ascoltarne l’annuncio nella liturgia della Parola. I primi libri della Bibbia che noi dobbiamo studiare, che noi dobbiamo studiare pregando, sono proprio i Vangeli; sono i Vangeli che noi dobbiamo leggere, capire, rendere veramente il nostro cibo quotidiano. Bisogna che andiamo al Vangelo, perché facciamo del Vangelo il nostro grande libro; il Vangelo, la sapienza di Gesù, quella sapienza per la quale Gesù ha spiegato tutto, ha spiegato il significato della vita, ha spiegato il significato della morte, ha spiegato problemi che nessun uomo aveva osato toccare. Ci ha fatto capire la preziosità del dolore, ci ha indicato come mai è possibile che Dio permetta il male. Ci ha spiegato le vere ragioni del nostro amore fraterno, come ci dobbiamo unire in famiglia, come dobbiamo realizzare la santità della nostra vita, attraverso l’esercizio profondo delle virtù. Ha dato un senso a tutte le azioni dell’uomo: ha santificato la nascita, ha santificato la morte, ha santificato il matrimonio, ha santificato il crescere, ha santificato il progredire. Gesù ha avuto la sua parola per tutti gli uomini, in ogni loro epoca della vita; ha avuto la sua parola che vale per tutti i secoli: è una parola che andava bene duemila anni fa, e va bene adesso, e andrà bene per sempre. “I cieli e la terra passeranno - lo ha detto Lui stesso - ma le mie parole non passeranno” (Mt 24, 35). Tutte le generazioni degli uomini hanno trovato nel Vangelo la spiegazione e il sostegno. Tutte le generazioni degli uomini hanno trovato nel Vangelo il preciso scopo del loro agire e del loro progredire; hanno veramente trovato tutto nel Vangelo e ognuno di noi deve vedere nel Vangelo una miniera inesauribile, dove c’è tutto per tutti, e dove c’è tutto in particolare per uno. Il Vangelo ha una parola per ognuno di noi, esclusiva per lui. Quanto dobbiamo allora meditare, quanto dobbiamo allora cercare di avvicinarci alla sapienza di Gesù! Sia allora il nostro impegno di una cultura evangelica, di un impegno di vera preghiera. Pregare meditando, pregare ascoltando, pregare mettendoci nell’atteggiamento in cui si mettevano le popolazioni, cui Lui direttamente parlava, perché sappiamo che Lui è il vivente, è il risorto e anche adesso parla. Parla attraverso la sua Chiesa, parla attraverso lo Spirito che ci ha inviato: “Io vi manderò lo Spirito che vi insegnerà tutto” (Gv 15, 26). Ecco, preghiamo allora lo Spirito Santo che ci faccia capire le parole di Gesù, perché sono le parole di vita, le parole di gioia, le parole della vera forza.
CODICE | 75LBV0133RN |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 12/10/1975 |
OCCASIONE | Catechesi Vespro XXVIII Domenica del Tempo Ordinario |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Cuore di Gesù, nel quale vi sono tutti i tesori della sapienza e della scienza |
© 2022 Movimento Familiaris Consortio | Via Franchetti, 2 42020 Borzano (RE) | info@familiarisconsortio.org |Privacy Policy | COOKIE POLICY | SITEMAP | CREDITS