27/10/1974 - Vespro XXX Domenica Ord

Sant'Ilario d'Enza, 27/10/1974
Catechesi a Vespro

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Parlavamo dello scoprire la bontà del cuore di Gesù meditando i suoi misteri, particolarmente, dicevamo, durante la recita del rosario. Ci sono delle illusioni e delle volte ci casco anch’io. Voglio dire che mi illudevo che cominciando l’anno nuovo fossimo di più a vespro. Vedo che non lo siamo, vedo che non lo siamo! Ci sono dei gruppi che non si salvano da una discreta infamia. Ecco, vorrei dirvi le statistiche che ho fatto, vorrei dirle, ma per rispetto a quei gruppi non le dico. Sono però evidenti, evidenti, chiare… vero? Chiare. Questo mi dispiace! Non per il culto del numero, ma perché abbiamo insistito molto sulla comprensione della liturgia, in speciale della liturgia della lode. Vuol dire che, se si manca con facilità, non si è capita la cosa, non si è capita… e questa è una grave mancanza in una vita cristiana che vuole essere di progresso, non capire come è grande lodare Dio, lodarlo insieme, come è elemento di grande testimonianza, come è elemento di profonda unione tra di noi. Non capire questo vuol dire dopo fermarsi, o peggio, peggio indubbiamente peggio, ecco, avere la tentazione di sconfinare in una pietà individualistica e di chiudersi lì. Io vi esorto perciò, ed esortando voi, esorto soprattutto gli assenti, per mezzo vostro: ed è evidente, a rimeditare sulla validità della preghiera insieme nel giorno del Signore, della validità della liturgia, della validità del trovarci fraternamente insieme a lodare il Signore e a ringraziarlo, anche per quelli che non Lo lodano e non Lo ringraziano. Ma il mio lamento non è solo per una mancanza, è anche per un modo: c’è chi viene e viene in ritardo, c’è chi viene e non prega con gli altri. Li vedo muti! Saranno in un' estasi! Estasi vuol dire: portarci fuori… C’è chi è presente e dice su quando si ricorda a memoria, perché non ha niente in mano e non si preoccupa di avere qualche cosa in mano, dove diventa difficile la meditazione senza niente in mano, salvo particolari carismi e doni che io sono contento di riconoscere, quando li vedo. Ecco, vorrei che ce ne preoccupassimo, sia al vespro sia alle lodi del mattino, ma insisto sul vespro, per non chiedere troppo tutto in una volta! È troppo? Direi di no! Direi di no! Comunque insisto sul vespro. Dovremmo esserci tutti, dovremmo esserci col cuore e con la bocca, dovremmo esserci in una completa donazione al Signore. Cerchiamo allora, lo dico veramente di cuore, cerchiamo di impegnarci, la vostra attenzione, la vostra riflessione, il vostro impegno, devono moltiplicarsi. Moltiplicarsi, perché voi lo sapete, tra il resto, abbiamo davanti a Dio l’impegno di riparare tutto il coro di offese al Signore e di bestemmie che si dicono nella nostra parrocchia. Sono migliaia, migliaia, migliaia ogni giorno. Possibile che noi non sentiamo, almeno alla domenica, il dovere di lodare insieme il Signore?! Questo inno corale, questa lode che si alza da tutti noi? Bene! (DA APPUNTI: …togliere tre difetti: la pigrizia di non voler prendere un foglio per pregare; la superficialità di cantare non riflettendo…) non basta dire, bisogna dire pregando, bisogna dire riflettendo, bisogna cantare come preghiera. E il terzo difetto il non adeguarci alla preghiera della chiesa, il cadere in un pietismo individualista. Dobbiamo vincerlo, perché è così che veramente ci sentiamo chiesa. Ecco, stasera dovevo parlare del Cuore di Gesù pieno d’amore, prendetela così la meditazione: il Cuore di Gesù è ricco di amore, ma dell’amore vero, cioè Gesù non ci ha amato a parole, non ci ha amato solo con dei bei gesti. La vita di Gesù è stata amore al Padre, perché è stato la lode del Padre; è stato amore vero agli uomini, perché li ha portati alla preghiera al Padre. Dal Cuore amorosissimo di Gesù prendiamo dunque motivo per porci in molta e in forte generosità.

CODICE 74LSV0133TN
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 27/10/1974
OCCASIONE Catechesi a Vespro
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI 10- Colmo di bontà e di amore
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