Dicevamo la volta scorsa come l’obbedienza di Gesù è stata al più alto vertice dell’eroismo. Gesù ha obbedito alla volontà del Padre suo fino alla croce; tutta la sua vita è stata un’obbedienza. L’obbedienza fino alla morte è stata la vera riparazione del peccato dell’uomo, che è peccato di insubordinazione, è peccato di rifiuto di Dio, di fare la volontà di Dio. Ecco perché è logico che la vita di un cristiano si debba modellare su quella di Gesù, perché la nostra vita spirituale, la vita della grazia, è vita che ci viene comunicata da Gesù “è dalla sua pienezza che tutti noi riceviamo” (Gv 1, 16). Mosè ci ha dato la legge, Gesù ci ha dato la grazia. Ci ha dato la grazia e in noi continua la sua vita, la grazia, dunque, produce in noi ciò che ha prodotto in Gesù: se siamo disposti, se siamo umili, se siamo veramente abbandonati, la grazia di Gesù in noi ci rende come Gesù. Costituisce allora la nostra vita nell’obbedienza al Padre, in una totale ubbidienza, per cui noi non cerchiamo nella vita altra cosa che fare la volontà di Dio, che tutto il resto non vale. Il cristiano si propone di sostanziare la sua vita nell’ordine della volontà di Dio. Cerca ciò che vuole Dio, cerca ciò che vuole di più Dio, rifiuta categoricamente ciò che Dio non vuole, ciò che Dio rifiuta. Dobbiamo capire bene che l’ubbidienza alla volontà di Dio non è una delle tante virtù, ma costituisce la base di ogni virtù. Costituisce la base di tutto il nostro atteggiamento spirituale di creature di Dio e di figli di Dio. Le creature devono obbedire a Dio loro creatore e Signore, i figli di Dio devono desiderare un'unica cosa: di fare ciò che piace al loro Padre. È lo Spirito santo stesso che ci educa e ci spinge. “È lo Spirito - dice san Paolo - che prega in noi con gemiti inenarrabili” (Rm 8,26). Non è evidentemente lo Spirito uguale al Padre che prega con gemiti, ma è lo Spirito che ci insegna, è lo Spirito che ci educa a questo atteggiamento, che è così basilare e così liberativo. Fare la volontà del Padre, farla sempre, farla in ogni circostanza, farla di fronte a ogni difficoltà, far sempre, far volentieri, fare con tutto il cuore la volontà di Dio. Ecco perciò che questa virtù dobbiamo esaminarla non solo in una determinata circostanza o in determinati aspetti della nostra vita, ma tutta la nostra vita si deve confrontare con la parola che ci ha insegnato il Signore: “Sia fatta la tua volontà”. Dobbiamo pregare quando e come vuole Lui, dobbiamo lavorare quanto e come vuole Lui. Chi ha ancora da scegliere deve cercare la sua vocazione, cioè la chiamata della volontà di Dio. In tutto, nelle nostre relazioni e nei nostri impegni, dobbiamo esaminare quanto cerchiamo questa volontà e con quanta perfezione cerchiamo di maturarla. Fare ciò che vuole Dio perché è giusto, perché è il nostro bene, perché è la via che Gesù ha tracciato, è quella che sicuramente ci conduce alla vita eterna. La volontà di Dio sempre, non preferire mai alla volontà di Dio la nostra volontà, il nostro capriccio, aderire alla volontà di Dio con tutto il cuore, anche quando in certi momenti tutto sembra contro e non riusciamo a capire perché il Signore voglia così. Abbandonarci a Lui con una immensa fiducia, con quella fiducia che devono avere i figli, con quella fiducia che devono avere le membra di Cristo.
CODICE | 77LOV0133TN |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 23/10/1977 |
OCCASIONE | Catechesi al Vespro |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | 24- Obbediente fino alla morte |
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