28/10/1979 - Vespro XXX Domenica Ord

Sant'Ilario d'Enza, 28/10/1979
Catechesi al Vespro

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Dicevamo domenica scorsa che la legge morale fa parte di quella legge sapientissima che Dio ha dato all'universo. Ecco perché noi dobbiamo rendere sempre grazie a Dio, cioè dobbiamo sentirci donati di una legge mirabile che rispetta la nostra volontà ed edifica la nostra vita. Non è la legge morale, come il mondo dice, un'umiliazione, una limitazione della nostra personalità, un sovrapporsi di qualcosa di duro alla nostra istintività e alla nostra libertà. Il Signore con la legge morale ci guida e, chi costruisce la propria vita secondo i comandamenti di Dio, questi è veramente beato. Beato perché raggiunge il suo equilibrio, beato perché può contribuire al bene e alla felicità degli altri. Noi sempre di più dobbiamo insistere su questa meditazione e, del resto, la sacra scrittura ci offre dei meravigliosi esempi di meditazione, come il salmo 118: “La legge del Signore è più preziosa dell'argento e dell'oro, è più dolce del miele che stilla”. La legge del Signore: dobbiamo sempre di più farla nostra, capire come Dio ci ama e come le sue leggi sono frutto del suo ineffabile amore. Per noi, tutto è per noi! Per noi, perché nella nostra vita possiamo raggiungere quelle mete che ci sono state assegnate, quelle gioie che ci sono date e perché, in questa maniera, noi che siamo chiamati alla vita eterna, possiamo guardare con speranza sicura all'avvenire. Gesù ha detto: "Se vuoi entrare nella vita eterna osserva i comandamenti" (Mt 19, 17). Si, vogliamo entrare; sì, vogliamo dare alla nostra esistenza un'eternità di gaudio e di gloria. Che cos'è quel piccolo peso di sacrificio che alle volte ci è richiesto? Cos'è quella tribolazione che dobbiamo sopportare? Sentiamo che le tribolazioni di questa vita non valgono niente in confronto dell'eternità. E sono tribolazioni veramente leggere se le paragoniamo, ancora di più, se le paragoniamo ai pesi che quelli del mondo si mettono sulle loro spalle per servire ai loro vizi e ai loro peccati. La strada del mondo sembra una strada facile, sembra una strada cosparsa di fiori. Sappiamo invece che le tribolazioni sono grandi, che le umiliazioni sono terribili. Non c'è un peggior padrone del demonio. Non c'è un peggior esattore di lui. Quando si è impadronito di un'anima, la spreme fino in fondo. Il vizio è un terribile tormento. Il vizio rende schiavi, rende supini, per cui viene tolta la libertà che è propria invece dei figli di Dio. Entusiasmiamoci perciò nell'osservare la legge del Signore. “Rendete grazie - diceva san Paolo - egli vi ha chiamato con il nostro vangelo per il possesso della gloria” (2 Ts 2, 13-14). Ecco l'osservanza della legge morale, l'osservanza di una legge di amore, porta l'amore e l'amore porta la gloria e la gloria porta a quel possesso di Dio per tutta l'eternità, per cui non si può neanche immaginare qualcosa di più. Possedere Dio! Possederlo per sempre, gioire della sua stessa gioia, esultare della sua stessa esultanza, partecipare a tutta la vita della Trinità. Quale gioia! E questo per un po' di obbedienza in questo mondo, l'obbedienza alla sua legge, l'obbedienza ai suoi comandamenti, l'osservanza della sua parola. Proponiamoci di osservarla sempre fedelmente con tutto il nostro cuore.

CODICE 79LTV0133TN
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 28/10/1979
OCCASIONE Catechesi al Vespro
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Moralità
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