03/11/1974 - Vespro XXXI Domenica Ord

Sant'Ilario d'Enza, 03/11/1974
Catechesi a Vespro

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Che cosa intendiamo dire quando diciamo: il Cuore di Gesù è pieno di amore? La pienezza dell’amore. Evidentemente noi vogliamo dire che tutta la vita di Gesù è stata motivata dall’amore, infatti per nostro amore è disceso dal cielo e per nostro amore è morto sulla croce. Dal momento dell’Incarnazione al momento della morte tutto è stato amore in Gesù, tutto! Amore vuol dire che Gesù non ha fatto per sé, ma ha fatto per la gloria del Padre suo e per la salvezza nostra. E poi Gesù non ha interrotto il cammino del suo amore, perché è risorto per noi e nella gloria del Paradiso e ancora nella glorificazione del Padre e per la nostra salvezza. Quindi tutto quello che ha fatto Gesù, tutto quello che continua a fare, tutto quello che ha fatto per l’universo genere umano, tutto quello che ha fatto per ognuno di noi, parte dall’amore ed è pienezza di amore. Per questo quando ancora parliamo di Eucaristia noi parliamo di amore, perché il Signore nell’Eucaristia ripete il suo gesto supremo di offerta, di morte, perché nell’Eucaristia Gesù si dona totalmente ad ognuno di noi nella comunione, perché Gesù ha voluto restare sacramento permanente in mezzo a noi per essere il nostro sostegno, il nostro rifugio, il nostro amico. Pieno d’amore allora, e diciamo che questo amore che Gesù ha espresso è stato un amore sommo. Lui stesso lo ha sottolineato quando ha detto “Non c’è maggior amore” (Gv 15, 13). Sì, non c’è maggior amore, perché si è manifestato nella morte, ma è stata una continua meravigliosa dimostrazione. Possiamo ben dire: il Signore Gesù non ci poteva amare di più. Ci ha amato quanto poteva amare un Dio, quanto può amare un animo umano. Gesù ci ha amato e nel suo Cuore troviamo l’amore divino e l’amore umano e nel suo Cuore noi abbiamo l’esempio totale di come si offre e di come ci si consacra nell’amore. Ecco perché in questa nostra riflessione non possiamo non fare la nostra parte: seconda facciata del dittico; cioè: e noi? Logicamente noi non dovremmo fare nessuna cosa se non per amore a Lui e dovremmo scartare decisamente e rigorosamente tutte le cose che non sono fatte per amore di Lui, e perciò non solo dovremmo togliere tutti i nostri peccati che vanno direttamente contro l’amore, ma dovremmo togliere quella che è la nostra pigrizia e la nostra indifferenza, la nostra propensione ad agire così per noi stessi, in egoismo, o in indifferenza, o in istintività. Noi dobbiamo togliere tutto questo sapendo che altrimenti noi non viviamo nell’amore di Gesù; e dovremmo fare sì che il nostro amore fosse un crescendo continuo, perché la maturità della vita spirituale è nell’amore. Il santo non è colui che fa cose straordinarie, la santità vera consiste nell’amore vero. E perciò non consiste né in gesti di penitenza, né in gesti di preghiera: non sta lì la santità. La santità sta nell’amore, che poi saprà fare penitenza e saprà pregare, ma è nell’amore dove dobbiamo cercare di porre tutta la nostra forza, è nell’amore dove noi dobbiamo cercare di porre tutta la nostra confidenza ed è in questo senso che ci dobbiamo impegnare.

CODICE 74M2V0133UN
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 03/11/1974
OCCASIONE Catechesi a Vespro
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI 10- colmo di bontà e di amore
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