12/11/1978 - Vespro XXXII Domenica Ord

Sant’Ilario d’Enza 12/11/1978
Catechismo Vespro

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Abbiamo detto domenica scorsa che la celebrazione eucaristica non è solo un ricordo del Calvario, ma che è una rinnovazione. Ed è nella Messa in cui sentiamo come Gesù è vittima e sacerdote proprio per noi, in mezzo a noi: è vittima del suo sacerdozio ed è sacerdote della sua vittima, è Lui che si offre al Padre, è Lui che vuole unirci a sè, vuole che formiamo un unico sacrifico, un’unica offerta con Lui. Egli fa di noi un sacrificio perenne, come dice una preghiera eucaristica, perché uniti a Cristo noi possiamo imparare veramente la sua strada e compiere così la nostra oblazione e rendere la nostra vita di gloria al Padre e di bene per la Chiesa e per il mondo. Per raggiungere questa consonanza con Gesù, è necessaria per noi una purificazione. La Chiesa ce la indica attraverso il punto penitenziale posto all’inizio della Messa, ma non può essere tutto in quel momento: la vita nostra deve purificarsi, svestirsi del proprio egoismo per essere adatta ad unirci a Gesù, per essere adatta a compiere ciò che compie il Signore. È grandissima cosa, è grandissima responsabilità, è una disposizione che non si improvvisa: ecco perché la nostra penitenza e la nostra mortificazione deve avere nella Messa il proprio punto centrale. La Messa è sacrificio di penitenza, portiamo la nostra penitenza e Gesù offre tutta la penitenza che ha compiuto nella sua vita mortale, particolarmente la penitenza della croce, per la salvezza del mondo. Purificarsi è dunque la prima condizione per saper guardare, per saper sentire, per saper vivere il momento della Messa col Signore. Non basta una preparazione immediata, non basta neppure, come del resto lodevolmente fanno alcuni, di prepararsi sulle letture della Messa. Bisogna andare più in fondo: attraverso la nostra purificazione, attraverso la vittoria sulle nostre passioni e i nostri peccati, poter presentare un cuore adatto a offrire e ad essere offerto. E poi si richiede una conquista, una conquista di quelle disposizioni che Gesù aveva sul Calvario e che noi dobbiamo far nostre nella Messa. Nessuna cosa si ottiene senza un vero spirito di conquista, perché nessuna cosa dev’essere senza merito e il Signore fa tutto ma vuole la nostra collaborazione. Perciò dobbiamo mettere nel cuore un gran desiderio della gloria di Dio, una grande volontà di dargli tutto noi stessi, un grande amore per i fratelli, per la salvezza delle loro anime, per la dignità della loro vita, una grande volontà di santità vissuta in pieno per attuare nella vita nostra la vita di Gesù, essere come Lui nella preghiera, come Lui nella carità, come Lui nell’umiltà, come Lui nella pazienza. Se la Messa è un lavoro insieme, per lavorare insieme si richiedono le stesse capacità, almeno iniziali, si richiedono le stesse precise finalità, gli stessi sentimenti quando il lavoro è così, anche una disposizione psicologica. Vogliamo allora rivedere i modi di partecipare alla Messa, particolarmente su questi due punti: la purificazione e la conquista.

CODICE 78MBV0133VN
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza 12/11/1978
OCCASIONE Catechismo Vespro
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Per unirci a Gesù nella Messa è necessaria la nostra purificazione
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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
    In fondo, forse, è il segreto più prezioso che ci ha svelato.”
    Umberto Roversi

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