08/11/1987 - Vespro XXXII Domenica Ord

Frequentemente, in questo fine d’anno ecclesiastico, viene ricordata la “Gerusalemme celeste”, quella beata città dove dobbiamo sperare di essere anche noi. Una Gerusalemme meravigliosa, dove ci sono tutti gli angeli e tutti i santi, dove siamo ammessi alla visione di Dio, la grande, meravigliosa visione di Dio. Ed è con tanto desiderio che dobbiamo guardare in alto. Tanto più, che in alto c’è la nostra Madre celeste, la Madonna, che di questa Gerusalemme celeste è un membro così alto e così grande. È Lei che ci invita ed è Lei che preghiamo continuamente: “Mostraci dopo questo esilio il frutto benedetto del tuo grembo”. La nostra confidenza cresce, perché una madre ha sempre sollecitudine per i suoi figli. Quando pensiamo al Cuore Immacolato di Maria pensiamo al massimo dell’amore, al massimo della sollecitudine; ci segue, ci aiuta perché ci ama. La nostra preghiera è per metterci nelle disposizioni adatte a ricevere tanta premura e tanta tenerezza. Dobbiamo capire che la nostra preghiera vuole ottenere da nostro Signore le disposizioni migliori per sapere ricevere questa tenerissima provvidenza. Perché l’azione della Madonna è proprio nell’ordine di una provvidenza divina così grande, così pronta, così forte, perché della provvidenza soprannaturale la Madonna è un veicolo di primo piano, di grande piano, di forza. E da Lei dunque dobbiamo sempre attendere, aspettare e preparare il cuore a ricevere tanta carica di amore. La Madonna ci ama e ci insegna perciò ad amare Gesù, ci insegna perciò ad essere pronti alla divina volontà, a fare quello che dobbiamo fare. Rinnoviamo a Lei la nostra fiducia, rinnoviamo a Lei la nostra promessa e il nostro amore.