16/11/1980 - Vespro XXXIII Domenica Ord

Sant'Ilario d'Enza, 16/11/1980
Catechesi al Vespro XXXIII domenica Tempo Ordinario anno C

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2 Cor 1, 3-4 salterio domenica prima settimana Riprendiamo il nostro discorso della domenica. È un discorso che vuole essere sempre più concreto e profondo. Discorso per cui diciamo: “Benedetto Dio!”. Benedetto Dio perché ci ha dato Gesù e in Gesù ci ha dato ogni consolazione. C’è una legge che parte da Dio, ma non è una legge che ci umilia, tanto meno una legge che ci schiaccia. La legge che parte da Dio è una legge di amore, di comunicazione di amore. È una legge che Dio ci partecipa man mano mediante l’abitazione dello Spirito Santo nel nostro cuore. È lo Spirito Santo che ci suggerisce quale è l’atteggiamento che deve avere un figlio di Dio. È lo Spirito Santo che consacrandoci di una consacrazione ineffabile ci suggerisce i pensieri, ci guida gli affetti, ci indirizza nelle scelte. La coscienza del cristiano è il rendersi consapevoli di tutto questo. Che il confronto dei casi concreti con la legge di Dio è un confronto che non deriva dalla nostra sapienza umana, non deriva dalla nostra formazione specifica umana, ma è un’illustrazione dello Spirito Santo. Fermiamoci su questa parola: illustrazione. È una illuminazione. Lo Spirito Santo ci dice quanto quella cosa piace al Padre, quanto quella cosa ci educa, quanto quella cosa diventa per noi preziosa, perché tutto quello che dobbiamo fare lo dobbiamo fare a lode di Dio. La scrittura dice: tutto quello che fate, anche quelle cose che sembrerebbero così banali, tutto, nel cristiano, tutto vale se tutto è messo nell’ordine in cui deve essere messo, se tutto è così guidato, indirizzato, sostenuto dallo Spirito Santo. Noi i discepoli dello Spirito Santo. L’azione dello Spirito Santo allora non avviene in determinate circostanze, anche se nell’occasione dei sacramenti c’è un segno particolare, è lo Spirito Santo che continuamente è con noi. “Lo Spirito Santo”, ha detto Gesù, “vi farà capire, vi guiderà ad ogni verità” (cfr. Gv 16,13). Ecco la nostra docilità a lui. Ecco il saperci appoggiati, il saperci sorretti. Di qui la nostra grande pace, quella consolazione di cui parlava san Paolo prima. La nostra consolazione. Essere con lo Spirito Santo. La tua coscienza è non una tua costruzione, che potrebbe essere, anche se hai retta intenzione, fallosa e manchevole, ma la tua coscienza è illuminata, guidata, sorretta dallo Spirito Santo. Sii umile, lasciati guidare, lasciati indirizzare. Dì spesso: O Spirito Santo, che abiti nel mio cuore, fa’ che io compia tutto secondo la tua indicazione perché in tutte le cose voglio come Gesù piacere al Padre celeste.

CODICE 80MFV0133WN
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 16/11/1980
OCCASIONE Catechesi al Vespro XXXIII domenica Tempo Ordinario anno C
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI L’azione dello Spirito Santo nella coscienza
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