15/11/1981 - Vespro XXXIII Domenica Ord

Sant'Ilario d'Enza, 15/11/1981
Vespro XXXIII domenica Tempo Ordinario anno A

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2 Cor 1,3-4 “Sia benedetto Dio”. È proprio la parola che illumina la nostra vita che deve essere una continua benedizione a Dio. Dicevamo che noi vogliamo meditare sul suo nome. Il Salmo dice: “Santo e terribile è il suo nome” (cfr. Sal 111, 10; Sal 99, 3). Noi dobbiamo benedire Dio, cioè esaltare il suo nome e restare sempre in ringraziamento. È santo il suo nome. Cioè, il nome si identifica con la persona. Cosa vuol dire che Dio è santo? Vuol dire che Dio è il colmo di ogni perfezione. Non solo è buono: è la Bontà. Non solo è bello: è la stessa Bellezza. Non solo, dunque, noi lo proclamiamo “degno di ogni benedizione”: diciamo che è Santo, cioè che per sua natura è perfetto, esaurisce ogni nostra idea e ogni nostra elevazione. E, per quanto diciamo di Dio, noi non possiamo neanche avvicinarci. Dio è sopra ogni nostra parola. Diciamo: è il cumulo delle perfezioni. Non è semplicemente la giustizia, e non è semplicemente la misericordia; non ci sono settori distinti: Lui, insieme ad essere giustizia infinita, è misericordia e bontà infinita. Tutto in Lui si armonizza in una mirabile composizione. Una composizione che facciamo noi perché andiamo per idee distinte, ma in Dio questa composizione è la stessa semplicità, è la stessa perfezione mirabile. E dice ancora il Salmo: “È terribile il suo nome”. Perché è terribile? Perché nel suo nome c’è ogni bene e nel suo nome c’è ogni vittoria. Noi trionfiamo del male perché possiamo invocare il suo nome. Il nome di Dio è terribile per la sua maestà, per la sua potenza, per la sua incommensurabile grandezza. Il nome di Dio è terribile e dobbiamo adorarlo in ginocchio. Dobbiamo rispettarlo fino in fondo al nostro essere. Il nome di Dio è il nome della Gloria, è il nome dell’infinita Bontà, è il nome dell’infinita Amabilità. Il nome di Dio è Amore e l’odio non può resistere all’Amore e la creatura non può resistere al Creatore. Santo e terribile. Ecco perché il nome di Dio lo dobbiamo invocare con una assoluta disposizione di amore, di adorazione, di invocazione. Noi dovremmo, tutte le volte che pronunciamo il nome di Dio, pronunciarlo con una disposizione quanto mai piena e responsabile. Il suo nome: lodarlo sempre. Sia benedetto Dio. Ecco, non dobbiamo mai nominare il nome di Dio con leggerezza, ma con senso profondo di fede e di amore. Abituiamoci a ripetere: “Sia benedetto Dio”. Poi pensiamo: “È santo e terribile”. Lo devo pronunciare con amore, lo devo pronunciare con timore, lo devo pronunciare con adorazione, lo devo pronunciare sempre con gioia.

CODICE 81MEV0133WN
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 15/11/1981
OCCASIONE Vespro XXXIII domenica Tempo Ordinario anno A
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Secondo comandamento – litanie del santo nome di Gesù
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