Dobbiamo fare il discorso sulla Chiesa nel II secolo. Il II secolo ha come imperatori in Roma i cosiddetti antonini: fu un tempo di prosperità. L’impero Romano aveva raggiunto un benessere molto alto. Gli imperatori furono umanamente validi. Nel 98 ci fu Traiano, poi Adriano, poi Antonino Pio e infine Marco Aurelio. Non ci furono delle persecuzioni molto forti e molto diffuse, però i cristiani furono sempre in regime di persecuzione: bastava che fossero denunciati, che venivano torturati e condannati a morte. In un famoso scritto dell’imperatore Traiano a Plinio, governatore Bitinia e famoso scrittore romano, l’imperatore rispondeva alla domanda se si dovessero perseguitare i cristiani: non cercarli, però se vengono denunciati puniscili se non altro per la loro cocciutaggine. La posizione giuridica era molto debole, ma l’imperatore evidentemente non voleva forzare molto la mano anche per non spopolare le città, visto che i cristiani crescevano di numero. Così pressappoco fu la condizione dei cristiani anche sotto gli altri imperatori, anche sotto Marco Aurelio, l’imperatore filosofo. Era e resterà un esponente della filosofia storica, la filosofia dell’imperturbabilità, lo stoicismo: “Il sapiente non ha compassione, la compassione è una debolezza, il sapiente non si addolora perché già sa quella che è la condizione umana, il sapiente fa del bene ai suoi simili proprio perché appartengono alla stessa stirpe umana”. Lo stoicismo presenta dei lati assai negativi insieme ad alcuni dati positivi. Dico anche sotto Marco Aurelio, filosofo stoico, la Chiesa non ha pace e al Chiesa lotta. In questo secolo comincia a svilupparsi una pericolosa eresia, soprattutto nel mondo intellettuale greco-romano, la pericolosa eresia che prende il nome di “gnosticismo”. Era il tentativo di una particolare concezione pagana nel mondo cristiano, che darà poi luogo a delle forme molte violente nel quarto secolo. Adesso serpeggia qua e là e è ripetutamente condannata. In fondo derivava da una concezione spiritualista, per cui sembrava giusto sottolineare la distinzione assoluta, abissale, tra spirito e materia, per cui non si poteva avere relazione e tantomeno un composto di anima e di corpo. Il gnosticismo parlava sì di un Dio solo, però inaccessibile. Un dio unico e da questo dio sarebbero creati o emanati degli altri spiriti, chiamati eoni: questi eoni, questi spiriti, ne avrebbero emanati degli altri e gli altri altri ancora; sarebbero diventati un’infinità, via via degradandosi sempre di più, finché uno di questi cade nella materia e l’organizza. Questo ultimo eone che organizza la materia sarebbe stato, dicevano, il Dio di cui parla l’Antico Testamento, il quale non sarebbe perciò infinito, il vero Dio, ma sarebbe l’ultimo degli eoni caduto nella materia. E Gesù Cristo chi sarebbe stato? Non il Figlio di Dio, ma uno dei prime eoni, uno dei più alti eoni, dei più altri spiriti, venuto per salvare l’uomo da questo guazzabuglio del mondo attuale, prodotto dunque da un disordine, prodotto da uno stato di cose confusionario e caotico. Questa eresia sfocerà poi nella negazione evidente della Trinità e dell’Incarnazione. La Chiesa allora, ecco, man mano che viene a contatto delle diverse culture, delle diverse concezioni filosofiche e sociali, la Chiesa rischia di essere assalita da errori ed è una vita dura: pur essendo perseguitata dai nemici pagani, era travagliata anche all’interno da dottrine che ne volevano contaminare la purezza. Indubbiamente il contatto con l’Oriente, idee fortissime propagate, cultura veramente secolare, mondo greco-romano, pullulare di religioni misteriche: sembra impossibile ma in nessun anno la Chiesa è stata tranquilla, è sempre stata una lotta che ha dovuto fare. Noi ci lamentiamo delle nostre lotte, ma a leggere la storia della Chiesa abbiamo evidente, insistente la presentazione che sempre la Chiesa è stata perseguitata, sempre è stata in lotta: nemici all’esterno, nemici all’interno, gente che tradisce, gente che mercanteggia. E’ sempre stata perseguitata, sempre, sempre travagliata, sempre inquieta. Una Chiesa paradiso non c’è mai stata, perché questo mondo non è mondo da paradiso. Gesù aveva detto: “Se hanno perseguitato me perseguiteranno anche voi” e la parola del Signore si è adempiuta in una maniera totale. Se guardiamo anche da noi, qua in Italia, se guardiamo anche quello che possiamo sapere degli ultimi secoli della nostra parrocchia, tutti i parroci hanno avuto delle tribolazioni, i cristiani hanno avuto delle tribolazioni. Noi ci meravigliamo delle lotte passate e ci stupiamo delle lotte presenti, ma è nell’organismo stesso della Chiesa. Perché questo travaglio? Indubbiamente già in ogni individuo c’è il travaglio della sua salvezza, della sua fede. Resta la parola del Signore: “Sforzatevi di entrare, perché stretta è la porta e angusta è la via che conduce alla salvezza e pochi sono quelli che la percorrono. Quanto larga è invece la strada che conduce alla perdizione”. In ognuno di noi c’è potenzialmente il traditore e c’è il santo, cioè abbiamo la possibilità da un momento all’altro di tradire il Signore. Dirà S. Paolo: “Chi sta in piedi guardi di non cadere”. E S. Filippo Neri ricordate che diceva: “Signore, tieni la mano su Pippo, perché se non tieni bene a modo la mano, Pippo va nel ghetto e si fa ebreo (che voleva dire allora di cercare di andare dietro ai soldi)” per dire che anche un santo sentiva la possibilità che avrebbe avuto se fosse stato solo e abbandonato a se stesso di tradire il Signore. E in noi c’è il santo, il santo che possiamo raggiungere da peccatori che siamo. Dunque sta nelle nostre possibilità, sta in noi, sta in noi il realizzare quella che è la nostra identità del domani: sta a noi. Abbiamo bisogno di avvertire questa nostra possibilità, questa nostra responsabilità, di avvertirla fino in fondo, perché finché abbiamo respiro abbiamo libertà e possiamo abusare della nostra libertà. Il secolo scorso i nostri parroci, pare anche il parroco di Sant’Ilario, si lamentavano ed avevano i nemici, all’inizio del secolo, quelli che si vendevano ai francesi, che erano giacobini, contrari alla fede cristiana; poi abbiamo avuto le confische di Napoleone; poi c’è stato tutto il travaglio del positivismo e del liberalismo. Sembrava che Sant’Ilario fosse abbastanza cristiana, a leggere l’elenco delle funzioni, ma il parroco che c’era un secolo fa è morto di crepacuore a cinquantatré anni tanto i liberali, cioè i mezzi intellettuali, i ricchi, lo facevano penare. La Chiesa non ha mai avuto, anche localmente, una vita facile e noi non lo dobbiamo neanche desiderare: dobbiamo solo desiderare di fare il nostro dovere, non cercando i contrasti, ma neanche intimiditi e deboli di fronte agli attacchi alla fede e alla morale. Noi abbiamo bisogno di sentire che sempre un cristiano, se vuol essere a posto, dev’essere un po’ martire. La distinzione tra i santi martiri e gli altri santi, chiamati confessori, è una distinzione in ordine allo spargimento del sangue: i martiri che hanno sparso sangue, che sono morti di martirio, e i santi che non hanno sparso sangue ma che sono stati ugualmente martiri. Indubbiamente noi anche sul piano culturale abbiamo tanta lotta; voi vedete che la maggior parte degli organi di stampa non sono cristiani. Adesso è cominciato un nuovo anno e torna la discussione della stampa. Avevamo cominciato un buon metodo, quello che il gruppo abbonava le nuove famiglie all’unico giornale cattolico che abbiamo, poi si è lasciato cadere questo buon metodo (…)
CODICE | 82A7A103 |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza 08/01/1982 |
OCCASIONE | Adunanza |
DESTINATARIO | Gruppo S. Giovanni Bosco |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Storia della Chiesa II secolo La Chiesa in perenne lotta con le persecuzioni e le eresie. Gli gnostici |
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