21/05/1982 - Adunanza SG Bosco Storia della Chiesa IX secolo

Sant’Ilario d’Enza 21/05/1982
Adunanza

La data della nascita del Sacro Romano Impero resta una data memorabile. I motivi che avevano condotto Carlo Magno a Roma erano motivi d’indole locale: era morto Papa Adriano ed era stato eletto Papa Leone III. Ma spesso l’elezione del Papa era oggetto di aspre contese, molte volte anche sanguinose. I fautori del Papa defunto che non volevano Leone cercarono di far fuori Papa Leone. Durante una processione l’assalirono e tentarono d’accecarlo: non riuscirono ad accecarlo e Leone riuscì a scappare; domandò l’aiuto dei franchi e Carlo Magno, sempre nella sua veste di protettore, viene, ristabilisce l’ordine e Leone III così può gestire in pace il pontificato. E’ stato proprio per iniziativa di Leone III (pare che Carlo Magno sia stato molto sorpreso, forse anche spiacevolmente sorpreso) che alla fine della Messa della notte di Natale, il Papa prese una corona d’oro e la mise sulla testa di Carlo Magno. E il popolo istruito proruppe nel grido: “Al nostro imperatore Carlo salute e pace”. Si verificava una cosa che avrebbe avuto un seguito grandissimo: il Sacro Romano Impero. E’ durato mille anni: l’ultimo imperatore è stato nel XIX secolo. Cosa voleva dire questo Sacro Romano Impero? In fondo erano passati quattro secoli dalla caduta di Roma, ma i popoli vivevano nel ricordo di Roma, nel ricordo del suo potere, della sua grandezza, nel ricordo della “pax romana”, nel ricordo cioè di un punto di unità. Sentivano il bisogno di unità, sentivano il bisogno di un’autorità che fosse al di sopra di tutti i duchi, di tutti i vassalli, di tutti i reucci: uno che rappresentasse l’autorità somma che non si può discutere. Per cui il gesto di Papa Leone II fu un gesto che tradusse quella che era l’aspirazione: viene un impero, l’imperatore è un figlio di barbari, Carlo, è per un gesto della somma autorità religiosa. Forse questo bisogno non era molto distinto, cioè restavano molti interrogativi: chi deve diventare sacro romano imperatore? Chi lo deve nominare? Quali condizioni si richiedono? Quali poteri può avere? Nasce così senza tante determinazioni. Nasce ed è un gesto importantissimo: la Chiesa che si erige a centro di unità, si erige e vuole la continuazione dell’imperatore romano. La Chiesa, che dopo essere stata perseguitata per secoli, sente che l’Impero Romano era un valore. Il Papa di allora è sganciato completamente dall’imperatore di Bisanzio, l’imperatore di Bisanzio non rappresenta più nulla in Occidente. Si sente il bisogno di qualcosa di autentico, di forte. Carlo Magno aveva tutte le qualità, aveva la qualità anche se evidentemente aveva anche i suoi difetti. Certe diocesi lo misero nel catalogo dei santi, ma aveva dei mezzi di evangelizzazione un po’ energici…: diceva ai sassoni “o vi convertite e vi battezzate o vi taglio la testa: una delle due.” Restò famoso un processo a quattromilacinquecento sassoni che non si vollero convertire: a tutti fece tagliare la testa e non ci si pensò più. Erano metodi di evangelizzazione molto discutibili! In massima parte le conversioni dei sassoni avvennero per questa ragione: la Sassonia, l’attuale Germania, si è convertita così. Un’altra pecca è nel computare bene le mogli: nel computo delle sue mogli ci sono nove donne e non si capisce bene come conciliasse o se facesse annullare il matrimonio. Fatto sta che difficilmente si può mettere nel catalogo dei santi. Comunque fu un grande uomo, un uomo che seppe apprezzare la cultura, che tese all’ordine: i suoi missi dominici erano quelli che mettevano ordine in tutto l’Impero. In questo periodo i Papi e i vescovi appaiono in una luce piuttosto smorzata: è lui che fa tutto, fa tutto nella Chiesa, fa tutto nella società. Per fortuna che seppe capire la Chiesa, ma è un’arma molto pericolosa. Poco dopo, nello stesso secolo, circa nel 860, avviene un fatto che se anche sul momento poi rientrò, avrebbe poi avuto in seguito molte conseguenze. Non vi dico tutto per esteso perché ci avventureremmo in una ragnatela di fatti che non finisce più. C’è l’imperatore di Costantinopoli che ha una vita morale scorretta. L’arcivescovo, che si chiamava Ignazio, lo rimprovera e l’imperatore lo destituisce da arcivescovo, perché aveva voluto sposare una donna che non poteva sposare. Destituisce l’arcivescovo e fa eleggere uno che era ancora laico, un certo Fozio: Fozio accetta e in pochi giorno da laico diventa arcivescovo. Ma Fozio capisce che gli è necessario un titolo vero per il suo episcopato: era un uomo di cultura, che scriveva molto bene, era abile e capisce che ci vuole un titolo. Vorrebbe allora aver l’approvazione del Papa. Manda al Papa dei ricchi adornativi d’oro e lo sollecita ad approvare. Ma contemporaneamente dal Papa arrivano anche i messi del deposto patriarca: il Papa capisce che hanno agito illegalmente e rifiuta l’approvazione a Fozio. Fozio allora, visto perdute le proprie speranza, critica il Papa e dice che lo ha fatto solo per deferenza, che lui, arcivescovo di Costantinopoli, è più grande del Papa: rompe la comunione col Papa (in seguito anche lui sarà protagonista di varie vicende: anche lui è deposto, poi riammesso, tutto un intrigo come c’era allora a Bisanzio). E’ il primo grave passo verso la divisione della Chiesa. Se quando fu deposto Fozio si ristabilì la comunione con Roma, rimase uno strascico contro Roma: aveva soffiato troppo. Sicché quando due secoli dopo Michele Cerulario si staccò da Roma la cosa era già nell’aria, c’erano già i sentimenti antilatini. Fu una grande sventura, perché non fu per motivi dogmatici, non fu per principi religiosi, ma fu semplicemente per la superbia e l’egoismo umano. Dopo vollero anche trovare delle differenze dogmatiche, ma sostanzialmente è sempre la stessa cosa: l’egoismo, la superbia umana, le pretese, sono queste che dividono. E anche quando pensiamo alla divisione tra la Chiesa latina e la greca, che dura tuttora (sapete gli sforzi che ha fatto la serie degli ultimi Papi, Giovanni XXIII e Paolo VI e anche l’attuale Papa tentano tutti gli sforzi possibili, ma il cammino è terribilmente difficile) e dopo tanti secoli ristabilire l’armonia sembra un grande miracolo, perché delle grandi differenze anche adesso non ce ne sono. SI capisce che in tanti secoli vi sono delle cose che si sono affermate da una parte e non si sono capite dall’altra, ci sono molte difficoltà, ma di differenze grosse dottrinali non ce ne sono: eppure siamo divisi. Leggevo recentemente che alcuni sono ancora molto acidi e tirano fuori delle cose che in fondo hanno ben scarso valore, come accusare i latini di celebrare l’Eucarestia con pane azzimo mentre loro la celebrano con pane fermentato (non è una cosa fondamentale), oppure perché i latini non permettono ai sacerdoti di sposarsi mentre loro lo permettono (e sposatevi!): sono cose che possono tenere divise due Chiesa mentre Cristo ha voluto l’unità? Cristo ha voluto l’unità, Cristo ha pregato per l’unità: “Padre, che siano una sola cosa come Tu e Io siamo una sola cosa”. Tutti abbiamo la stessa dottrina, la stessa Eucarestia ed è da dieci secoli che siamo divisi per l’orgoglio umano. Il patriarca di Costantinopoli si chiama patriarca ecumenico, che vuol dire universale: e tieni pure questo titolo, va bene, ma non è quello che tocca. Abbiamo bisogno di riempirci della carità di Cristo e a questa sempre dobbiamo tendere, questa sempre dobbiamo vivere. Del resto, voi lo sapete, anche all’interno della Chiesa troppe volte ciò che manca è la carità, la comprensione: parrocchia con parrocchia, zona con zona, diocesi con diocesi, noi siamo divisi. E ognuno deve prendersi la propria responsabilità e dire: “Io ho i miei torti” e non dire tutti i torti sono dell’altro. Prendere ognuno i propri pesi. La conclusione che possiamo tirare è proprio questa: noi dobbiamo essere fautori dell’unità mettendo sempre Cristo come centro e non discutendo fissi nella propria idea, ma Cristo, sempre Cristo, in tutto Cristo, al di sopra di tutto Cristo.

CODICE 82EMA103
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza 21/05/1982
OCCASIONE Adunanza
DESTINATARIO Gruppo S. Giovanni Bosco
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Storia della Chiesa IX secolo Fozio: la prima divisione dalla Chiesa di Roma, fondamento della divisione tra cattolici e ortodossi
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