04/02/1983 - Adunanza SG Bosco Storia della Chiesa La nascita delle Scuole

Sant’Ilario d’Enza 04/02/1983
Adunanza

Nasce quella scuola filosofica e teologica che va sotto il nome di “Scolastica”: la Scolastica. La Scolastica cominciò a fiorire nel XI secolo e ebbe il suo massimo splendore nel XII e XIII secolo. Sono state dette molte cose del Medio Evo molto sbagliate: il Medio Evo presenta un fiorire di scuole. Scolastica viene da scuola e prevalentemente sorge vicino ai centri ecclesiastici e darà luogo poi a quelle che verranno chiamate università. In generale potremmo dire che le scuole sorgevano sotto l’influsso e con gli uomini di Chiesa e rappresentava un po’ tutto il sapere. C’erano le scuole palatine, che sorgevano nei palazzi del re (famosa è la scuola palatina sorta alla corte dei re franchi), c’erano le scuole monacali, come a S. Gallo in Svizzera, a Cluny in Francia, ecc., c’erano le scuole capitolari che nascevano dall’attività di un capitolo di canonici, soprattutto capitoli delle cattedrali, c’erano le scuole episcopali che venivano per diretta iniziativa dei vescovi, c’erano delle scuole che venivano dalle stesse parrocchie, le scuole parrocchiali. Allora eravamo nel Medio Evo, ma dobbiamo venire fino ai nostri tempi: la prima scuola che nacque a Sant’Ilario era nelle case del parroco, dove adesso abbiamo le Magistrali. La Chiesa che non è oscurantista, la Chiesa in tutti i tempi ha amato la cultura, ha suscitato la cultura, sapendo bene che per lo sviluppo della vita cristiana l’ostacolo più grosso, lo sappiamo, è proprio l’ignoranza. E’ quando l’ignoranza diventa pesante che il Vangelo fa fatica a penetrare. Le scuole allora avevano tutto un loro ordinamento che non spetta a noi adesso esaminare: c’erano le arti liberali, c’erano le scuole di storia naturale, e le scuole di teologia. Nelle arti liberali c’erano le scuole del trivio e del quadrivio: il trivio era formato dalla grammatica, dalla logica e dalla dialettica mentre il quadrivio era fatto dalla matematica, dalla geometria, dall’astronomia e dalla musica. La scuola allora era fatta di filosofia, perché la filosofia è lo studio delle idee, la ricerca delle idee, il modo di arrivare a una certezza del pensiero, il modo di ragionare. Ed era uno sforzo che le diverse scuole facevano con lo sguardo sempre alla rivelazione di Dio, perché la filosofia dev’essere come l’ancella della teologia, la serva della teologia, perché l’uomo lasciato a se stesso tende sempre a sbagliare. La teologia che prende dalla luce di Dio, se rettamente sa dedurre è in una magnifica sicurezza. Questo primo tempo della scolastica troviamo un santo di una statura notevolissima: S. Anselmo. Era nativo della Valle d’Aosta, poi si portò in Francia e poi diventò monaco dell’abbazia inglese di Bec, poi fu fatto arcivescovo di Canterbury. La sua opera principale è il “Monologio”, opera di notevole valore filosofico e teologico. Scrisse molte altre opere. E’ un santo che congiunse la vitalità all’umiltà della sua professione monastica, a una potente forza di ragionamento, tanto da raggiungere nel campo filosofico e teologico le più alte vette. Noi ne abbiamo parlato anni fa di S. Anselmo: vi ricordate quando parlammo della dimostrazione dell’esistenza di Dio fatta da S. Anselmo? Dice: noi abbiamo l’idea di Dio e l’idea di Dio che abbiamo in noi stessi è quella di un essere perfettissimo, assoluto, assoluto nella perfezione; ma se Dio non esistesse non sarebbe l’essere più perfetto: dunque Dio deve esistere. E’ vero che in te, prescindendo dai contatti che hai nella realtà, è vero che in te hai l’idea di Dio? Sì, è vero, l’idea di Dio come un essere perfettissimo, assoluto nella sua perfezione. Ma questa idea che hai di Dio non sarebbe vera se Dio non esistesse, perché se Dio non esistesse non sarebbe perfettissimo. Dunque deve esistere, per la stessa idea che ci facciamo di Dio, diceva S. Anselmo, Dio deve esistere necessariamente. Cioè io non ho bisogno di adoperare delle altre strade, come guardare l’ordine meraviglioso che c’è nel mondo, o, più tardi, quando S. Tommaso troverà le cinque prove dell’esistenza di Dio (motore immobile, causa delle cause, contingenza degli esseri, gradi di perfezione degli esseri, ordine teleologico): già l’idea di Dio che abbiamo in noi presuppone la sua esistenza. Allora dicemmo, commentando questo argomento di Anselmo d’Aosta, che è indubbiamente un ragionamento forte, acutissimo, che un superficiale non coglie, però la critica che si fa (giusta per me) è il passaggio dal campo logico al campo ontologico: si dice che vale il ragionamento nel campo della logica, non vale nel passaggio all’ontologia, cioè alla realtà. Per cui si direbbe con il ragionamento di Anselmo che ci sarebbe la dimostrazione di Dio a priori, con il ragionamento di Tommaso la dimostrazione dell’esistenza di Dio a posteriori. Io devo partire da qualcosa che esiste per arrivare a Dio. S. Anselmo poté scrivere libri e fare molte cose finché non fu arcivescovo di Canterbury: dopo dovette tribolare molto anche lui per la lotta delle investiture contro il re d’Inghilterra, Guglielmo II. Andò anche in esilio. Abbiamo delle scuole che si resero molto famose, come la scuola di S. Vittore, vicino a Parigi. Abbiamo menti molto vaste che hanno lasciato un segno nella tradizione ecclesiastica: Ugo di S. Vittore, Riccardo di S. Vittore. Li chiamavano vittorini. Contemporaneo, forse il più famoso, è Pietro lombardo, Pietro della Lombardia (non avevano cognomi ancora). Veniva da Novara. E’ stato uno studioso enciclopedico molto forte che su tante questioni diede una parola fondamentale. Insomma, senza moltiplicare i nomi, ci resti questa chiarissima nostra persuasione: in ogni secolo la Chiesa è stata colei che ha saputo organizzare e incrementare lo studio. Le università sono nate da istituzioni ecclesiastiche, cioè le scuole sono nate, scuole che hanno dato il pensiero e hanno dato il progresso del pensiero, dalla Chiesa, dai suoi vescovi, dai suoi canonici, dai suoi monaci, pensatori venuti dalla Chiesa e che studiavano non solo presi dalla voglia della cultura in genere, ma dalla voglia di poter servire meglio Dio e dargli gloria collaborando alla diffusione della sua magnifica luce. Hanno saputo vivere così con molta apertura e la cultura che da essa si è staccata, la cultura dei laici, degli gnostici, degli atei, è venuta di lì e si è staccata senza capire e ha voluto anzi attaccare la Chiesa come retrograda e come oscurantista. La Chiesa, invece, ha sentito il suo mandato, “va per tutto il mondo e predica”: è andata per tutto il mondo e ha predicato e ha incrementato tutto quello che può servire all’uomo per essere più buono e alla società degli uomini per essere più illuminata e più giusta. Il discorso di noi cristiani di oggi è un discorso su una formazione di una vera cultura: noi ci dobbiamo preoccupare d’aver la cultura, di avere una vera, completa, aggiornata cultura, perché più si sa e più si ama, più si sa e più si può servire, più si sa più si può testimoniare, più si sa e più si può evangelizzare. Stando solo nel campo della cultura religiosa noi abbiamo che con la fede noi aderiamo a quanto ha detto Iddio, ma c’è anche l’intelligenza che cerca la fede e l’intelligenza è lo sforzo di capire di più e di meglio quello che il Signore ci ha detto. Noi dobbiamo saper utilizzare il nostro tempo con vera passione, la passione del sapere. Perdiamo troppo tempo in cose che non valgono: stando solo nel campo nostro religioso dovremmo conoscere la Bibbia, avere una cultura biblica, dovremmo conoscere il campo delle verità, la teologia, il campo delle leggi morali, la morale, il campo della liturgia e dei sacramenti, il campo della storia della Chiesa, ecc. Impegnamoci per una vera e più possibile ampia cultura. Diamo gloria a Dio se facciamo questo.

CODICE 83B3A103
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza 04/02/1983
OCCASIONE Adunanza
DESTINATARIO Gruppo S. Giovanni Bosco
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Storia della Chiesa XII e XIII secolo La nascita delle scuole S. Anselmo
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