Dopo la storia di Paolo, dobbiamo questa sera cominciare a parlare delle persecuzioni, perché i cristiani saranno sempre perseguitati, perseguitati senza sosta. Adesso abbiamo visto Paolo lapidato, Paolo messo in prigione, Paolo flagellato e così era degli altri apostoli. Il primo apostolo che morì martire fu S. Giacomo, fratello di Giovanni: morì nell’anno 44 per mano di Erode Agrippa. Tutti gli apostoli morirono martiri. Diventare cristiani, facilmente voleva dire finire la vita nel martirio per questa sistematica persecuzione da parte degli ebrei, spietata, e da parte dell’Impero Romano. L’Impero Romano per quasi tre secoli perseguiterà i cristiani e li metterà a morte senza esitazione, con i più diversi martiri. Ora, la cosa a una prima apparenza sembrerebbe inspiegabile, perché l’Impero Romano accoglieva qualsiasi religione, non commetteva gli sbagli di certi re e imperatori dell’antichità che volevano che i popoli conquistati cambiassero la loro religione e adottassero quella del vincitore. L’Impero Romano era tollerantissimo: in ultima analisi dicevano: “Purché ubbidiscano, purché paghino le tasse, adorino pure quello che vogliono”. E in realtà, anche gli dei dei popoli vinti diventavano dei dei romani: al tempo del primo Impero tutti i culti dell’Oriente erano finiti a Roma. Erano tollerantissimi e solo con i cristiani sono scatenati: perché? Intanto, proprio perché erano così tolleranti, non potevano non offendersi dei cristiani che erano assolutisti. Ci sarà un imperatore che ufficialmente proporrà il sincretismo, farà una proposta: a Roma c’è il tempio Panteon con tutti gli dei, i quali avevano una nicchia per ognuno e quando uno va dentro sceglie il suo dio, fa i suoi sacrifici e via. Settimio Severo fece la proposta e disse: “Mettiamoci d’accordo, perché queste persecuzioni sono un indebolimento per l’Impero: nel Panteon mettiamo anche Gesù Cristo e Mosè”. Gli ebrei avrebbero trovato Mosè, i cristiani avrebbero trovato la nicchia di Gesù Cristo, ma la risposta dei cristiani è stata chiara: “Noi prendiamo il Panteon, ma tiriamo via tutti gli dei e mettiamo solo Gesù Cristo”. Il cristiano, in ragione della sua fede, non può tollerare una posizione così. E questa esclusione degli dei da antica tradizione venerati, accresceva l’astiosità. “Erano gli dei che hanno fatto grande Roma, dicevano, e come mai le aquile romane sono arrivate fino ai confini della terra? Perché siamo andati in nome dei nostri dei, i nostri dei ci hanno aiutato. Voi cristiani dite che sono demoni: no!”. Di qui l’odiosità dei cristiani, accusati di tradire gli interessi dell’Impero. Tanto più, che le frontiere cominciarono a scricchiolare: i barbari cominciavano a premere e ogni disastro che succedeva era imputato ai cristiani. I cristiani erano chiamati “atei”, cioè coloro che negavano le divinità. Si accresceva il fatto anche di imperatori che si attribuivano titoli e prerogative divine: in principio era ritenuto un po’ matto, ma poi si sa che l’adulazione non finisce mai e venivano ritenuti dei e quando morivano venivano dedicati loro dei templi. I cristiani ci ridevano su e dicevano che l’imperatore era un semplice uomo e non merita niente di più che l’onore che si deve all’autorità. S. Pietro ha detto: “Ubbidite all’autorità, anche se sono delinquenti”: i cristiani ubbidivano, ma venerarli come dei, no di sicuro. Tantopiù i motivi si accrescevano per quel principio di libertà di coscienza che i cristiani sempre difenderanno e che gli antichi non ammettevano. Vediamo nella Bibbia Nabucodonosor, ma in generale tutti questi imperatori e re volevano comandare anche alle coscienze e dicevano che uno deve ubbidire in tutto all’autorità dello Stato. I cristiani dicevano invece di obbedire alle leggi per il bene comune, ma che la coscienza era fuori discussione. Così difendevano quella che sarà poi la grande affermazione che sempre porteranno i cristiani: nella mia coscienza comanda solo Dio. Quindi i cristiani erano ritenuti dei criminali, dei rivoluzionari contro la legge, erano ritenuti dei disprezzatori dell’imperatore e dell’Impero, per cui la ragion di stato era contro di loro. Ad accrescere questi motivi di fondo, c’erano tutte le incomprensioni per una dottrina strana e difficile a cui si aggiungevano tutte le calunnie, che per il popolo diventavano gli argomenti principali. Dicevano che i cristiani adoravano degli animali, dicevano che uccidevano dei bambini, dicevano che si nascondevano perché avevano delle cose infami, che la loro dottrina era una pazzia, venerare un Crocefisso e poi dirlo risorto. Perciò, erano popolarmente estremamente antipatici; tantopiù che i cristiani non partecipavano a certe manifestazioni della vita pubblica comune: non andavano alle feste degli dei, che erano feste frequentissime, feste popolari, sagre, poi non andavano nell’anfiteatro, perché non potevano approvare i combattimenti dei gladiatori e tutte le sconcezze che si facevano nell’anfiteatro, non andavano nelle terme, nei bagni pubblici, proprio per la scostumatezza che vi regnava. Vedere queste persone che facevano una vita ritirata, strana induceva il popolo a moltiplicare le calunnie, le interpretazioni venivano spesso esagerate. Per cui, quando li conducevano al martirio, c’era l’approvazione della gente: la gente applaudiva anche quando venivano buttati nell’anfiteatro per essere sbranati dalle belve. Erano gli odiati cristiani. Per cui evidentemente la persecuzione che s’inizia con Nerone trova consenzienti larghi strati della popolazione. Quando Nerone, nel 65, darà inizio alle persecuzioni, Nerone lo farà per allontanare da se’ le colpe e anche l’attenzione, perché dopo l’incendio di Roma, da lui voluto, gli insulti e i tentativi per detronizzarlo erano di ogni giorno e allora Nerone trovò comodo incolpare i cristiani dell’incendio di Roma e la voce trovò credito, tantopiù che tra i pochi quartieri che si salvarono dalle fiamme c’era anche il quartiere ebreo, dove si trovavano numerosi cristiani. Per quasi tre secoli l’Impero Romano si scaglierà contro i cristiani, proprio perché i cristiani uscivano da ogni concezione e da ogni schema. I cristiani rappresentavano una linea incredibilmente rigida e strana. Indubbiamente morirono centinaia di migliaia di cristiani. Lo strano era che non si ribellavano, lo strano era che non combattevano, il colmo era che delle volte si presentavano spontaneamente: questi cristiani rappresentavano il grande scandalo. Per cui, vediamo anche degli scrittori seri chiamare il cristianesimo “pazzia”. E’ chiaro che i cristiani non si ribellavano, perché avevano una parola chiara nel Vangelo: “A chi ti percuote volgi l’altra guancia” e “se hanno perseguitato me perseguiteranno anche voi”. I cristiani offrivano con una grande fede il loro corpo ai tormenti per amore di Gesù Cristo e finiranno per trionfare, di un trionfo assoluto e grande. Quando scorgiamo gli elenchi dei Papi, sono tutti martiri; alle volte stanno su pochi mesi e poi vengono arrestati e uccisi. E così per i vescovi di altre città di cui possediamo gli elenchi. Erano martiri, avevano tanta fiducia nella verità di Dio e nel suo amore che non si opponevano, sapendo che Dio avrebbe vinto anche attraverso il loro martirio. Nerone fece la prima persecuzione che durò tre anni, tre anni in cui caddero molte vittime, tra i quali i più illustri S. Pietro che venne crocefisso negli orti vaticani e lì sepolto e Paolo che morirà lungo la strada per Ostia. Giovanni apostolo non morirà, in una successiva persecuzione subirà il martirio, ma non ne morirà. La persecuzione di Nerone tenne fino alla morte di Nerone, quando venne buttato giù da una congiura dei pretoriani e venne ucciso: era un pazzoide che muore persuaso che perisce un grande artista. L’uomo che per primo alzò il decreto generale contro i cristiani: era un illuso, un sadico. Vedremo poi gli altri imperatori: ognuno ha la sua fisionomia. Nonostante la persecuzione, il miracolo è che i cristiani non diminuiscono, ma crescono e di qui il proverbio che ne venne: “Il sangue dei martiri è il seme dei cristiani”. Noi abbiamo ricordato brevemente alcune ragioni delle persecuzioni dei cristiani, però è vero che c’è una ragione di fondo: la ragione di fondo sta proprio nella divinità del cristianesimo. E’ la ragione per la quale il cristianesimo, religione soprannaturale, urta i vizi umani, urta l’orgoglio umano. Per forza questo. Del resto è la stessa psicologia della bestemmia: nessuna religione bestemmia il proprio dio, solo i cristiani bestemmiano il loro Dio; il buddista non bestemmia Buddha, ecc., e i cristiani bestemmiano nostro Signore Gesù Cristo. Il fenomeno è solo apparentemente strano: si inserisce nella gigantesca lotta tra il bene e il male. Il Signore è venuto per sconfiggere il male e il male non glielo perdona. Per cui, se i segni che distinguono la vera Chiesa sono quattro, perché la Chiesa si chiama Una, Santa, Cattolica e Apostolica, si può aggiungere un altro segno chiamandola “perseguitata”. I cristiani per forza sono perseguitati: coloro che vogliono essere cristiani schietti e totali per forza sono perseguitati, non è possibile un\'altra soluzione. Entra in una logica tremenda: un cristiano è un perseguitato. Il Signore l’ha detto nel Vangelo: “Guai a voi quando il mondo vi loderà, se il mondo ha perseguitato me perseguiterà anche voi”. Quindi anche adesso i cristiani sono perseguitati. Noi parliamo le persecuzioni dei primi secoli, ma le persecuzioni dei primi tempi hanno superato per numero e per ferocia quelle. Anche adesso, mentre noi parliamo, ci sono centinaia di migliaia di cristiani che sono in prigione o nei campi di concentramento per la loro fede. Del resto, anche nella nostra vita comune di ogni giorno il vero cristiano ha la sua piccola persecuzione. Per cui non ci si può né meravigliare e né tantomeno scandalizzarsi: un vero cristiano è perseguitato perché è Cristo che si è posto come segno di contraddizione, segno di contraddizione per cui chi non è con Lui è contro di Lui, non c’è la neutralità. Noi possiamo, alle volte, essere meravigliati, ma se avessero fatto un referendum anche al tempo dell’Impero Romano, il referendum sarebbe andato male anche allora. Il cristiano passa sempre per intollerante. Ricordate il referendum, tanta gente ha votato facendo questo ragionamento: “Io non lo faccio, ma perché proibirlo a uno che lo vuole fare? Siete intolleranti!”. Il cristiano è intollerante, fanatico, è uno che va smorzato. Del resto voi che vivete a contatto col mondo lo sapete: le posizione nette non piacciono, non piacciono, non tollerano le posizioni nette. Bisogna amare i compromessi e allora si è tollerati da tutti, ma le posizione nette, secondo le verità del Vangelo, non vengono tollerate. Quindi non per fare i martiri, ma guai quel cristiano che non porta anche lui il suo pezzo di persecuzione: il cristiano deve portarlo, altrimenti non è un vero cristiano, il cristiano deve portare un pezzo di persecuzione. Per cui più i contorni sono netti e chiari e più c’è la disapprovazione. Tra di noi sappiamo quanti difetti ci sono, quante manchevolezze nella nostra comunità parrocchiale, però forse perché comunitariamente abbiamo accentuato certe cose, voi sapete come da certuni siamo giudicati. Domando: sarebbe meglio nascondere certe accentuazioni? I marxisti e una fetta di cristiani hanno negato il valore sociale della loro dottrina e sono caduti in posizioni chiaramente radicali e individualiste, per cui c’è adesso l’affermazione del radicalismo come movimento anarchico individualista, che mette le esigenze dell’individuo al di sopra delle esigenze sociali: lo strano nei nostri referendum è stato quello lì, per cui ci si è dimenticati che le istanze sono istanze sociali, della costruzione della società. Adesso abbiamo un imperversare del radicalismo, che viene da radici lontane, che in fondo viene dall’Illuminismo. Però i cristiani, se non scendono a patti, se non abiurano a qualche cosa sono perseguitati: meno ti gratificano e ti danno dei bigotti e dei fanatici, intendendo per bigotti dei devoti irragionevoli. E’ il solito esempio, è tanto limpido che sembrerebbe offensivo il ripeterlo: se uno ti dice “siamo amici: dimmi, per favore, che questo qua è nero” tu rispondi “siamo amici, ma questo è bianco” e lui “perché ti intestardisci a dire che non è nero: per piacere, ammetti che è nero”, “no, è bianco”, “e allora di’ almeno che è grigio”, “no, è bianco”, “E allora sei un fanatico!”. C’è sempre questa mentalità.
CODICE | 81N3A103 |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza 04/12/1981 |
OCCASIONE | Adunanza |
DESTINATARIO | Gruppo S. Giovanni Bosco |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Storia della Chiesa Le persecuzioni |
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