09/12/1983 - Adunanza SG Bosco Storia della Chiesa San Domenico

Sant’Ilario d’Enza 09/12/1983
Adunanza

Accenniamo qualcosa questa sera dell’altro santo che in quel momento aiutò validamente la Chiesa: S. Domenico di Guzman, uno spagnolo. S. Francesco era nato nel 1182, Domenico era nato nel 1171. Mentre S. Francesco lottò nella Chiesa, diede il messaggio dell’amore ardente al Cristo e della crociata, della lotta contro l’avarizia, che nella Chiesa fossero tanti che si liberassero della schiavitù del denaro, S. Domenico affrontò invece un altro problema che travagliava i primi decenni del 1200: il problema della verità, l’affermazione della verità, del lottare contro l’errore degli eretici. I suoi seguaci verranno chiamati frati predicatori e anche adesso si chiamano “Ordine dei frati predicatori”. La missione della verità è una grande missione, perché anche qui nel cuore del Medioevo l’errore imperversava, produceva dei danni gravissimi. Gli eretici che erano sorti e si erano propagati molto nella Francia meridionale e si erano sparsi un po’ in tutta l’Italia, nella Francia ed ebbero una scuola anche a Roma. Cosa sostenevano questi eretici? Erano chiamati con diversi nomi: loro si definivano i catari, che voleva dire i puri; erano chiamati anche albigesi, dalla città di Albi, in Francia, dov’erano molto numerosi. Sostenevano una dottrina facile, dottrina che c’era già stata e dalla Chiesa era già stata condannata, ma che apparentemente dava la spiegazione di molte cose. I catari sostenevano la dualità dei principi, il principio del bene e il principio del male e dicevano che il principio del male era una specie di divinità, o era un angelo prevaricatore ed era da identificarsi col Dio dell’Antico Testamento: mettevano opposizione tra l’Antico Testamento e il Nuovo Testamento, l’Antico testamento era fatto dal Dio del male il quale aveva trascinato giù dal cielo gli uomini, che erano tranquilli in Paradiso, e li aveva costretti ad abitare in un cuore di carne soggetto al peccato; perciò il modo da liberarsi era quello di stare lontano dalla materia e dalla carne: condannavano i matrimoni, lo vietavano per quelli più perfetti, più dentro ai segreti della dottrina, naturalmente rifiutavano la Chiesa, rifiutavano il Papa, rifiutavano i vescovi, avevano le loro autorità della setta. Questi maggiormente perfetti si interdicevano la carne, non uccidevano gli animali perché vedevano possibile una metempsicosi. Crebbero tanto e divennero tanto prepotenti, che il Papa indisse una crociata. E da tutte le parti della cristianità vennero i crociati e si fece guerra. Nella guerra i catari ebbero la peggio e, dopo alterne vicende durate parecchi anni, i carati vennero sgominati. Che i crociati adoperassero dei mezzi miti e pacifici non è detto; vi furono casi di assedi a città in cui erano presenti cattolici e eretici e si risolveva il problema di chi colpire dicendo “non ci preoccupiamo: Dio sa chi è cattolico e chi no…”. Che ci fosse un sentimento cristiano e comprensivo in questo ragionamento dubito… Perciò sul ragionamento della guerra intervennero coloro che bandivano il Vangelo, che cercavano di portare gli eretici alla vera conversione: è l’azione di Domenico e dei suoi frati che si sparsero nella Chiesa per illuminare sulla verità, perché questi eretici, sparsi un po’ dappertutto erano anche molto aggressivi in fatto d’idee, erano preparati e succedeva che spesso gli esponenti cattolici avevano la peggio durante le dispute. Di qui l’azione di Domenico d’illuminare, di presentare dei contraddittori con gente valida: è un lavoro di anni, un lavoro durissimo di anni. S. Domenico adottò il motto “dare agli altri ciò che si è contemplato”. S. Domenico insisteva sulla preghiera e lo studio e diceva che bisognava predicare dopo aver pregato e studiato, dopo aver contemplato, contemplato nello studio, contemplato soprattutto nella preghiera le verità del Signore da comunicare agli altri. E intensissima e misericordiosissima fu la sua azione. La Chiesa ne fu rinnovata. Mentre in Umbria Francesco predicava l’amore, Domenico, che aveva a Bologna un suo centro, diffondeva la verità del Vangelo. Quando Domenico morirà proprio a Bologna, lascerà un’eredità fortissima. “La verità vi farà liberi” dice la Scrittura: ed è questa verità che noi dobbiamo cercare con molto impegno e con molto ardore, con molta assiduità. E non è una verità che possiamo acquistare per sempre: continuamente dobbiamo essere alla ricerca, alla ricerca di una percezione più profonda possibile. Teologia cosa vuol dire? E’ un discorso su Dio fatto nella fede, alla luce della fede. Non possiamo non agire continuamente, non possiamo lasciare che la pigrizia occupi l’anima nostra. Adesso è peggio che al tempo di S. Domenico, abbiamo gli errori che arrivano da tutte le parti, viviamo in mezzo a un popolo che non è eretico, ma pagano, materialista e noi abbiamo la responsabilità di queste virtù, cioè la responsabilità della virtù della carità che pensa agli altri, la responsabilità della laboriosità che cerca il modo di arrivare agli altri, la responsabilità dell’obbedienza alla Chiesa che ci dice che è nostro obbligo: “Andate e predicate il Vangelo”. Se non stiamo continuamente aggiornati, se continuamente non approfondiamo ciò che abbiamo ricevuto non siamo adatti, bisogna che ci persuadiamo che non siamo adatti e molte volte tacciamo, molte volte non agiamo, molte volte siamo neghittosi proprio per questo, perché ci sentiamo nell’ignoranza, sentiamo che su tante cose dovremmo sapere di più e di meglio. Non sappiamo le verità della fede, dico in profondità, non sappiamo l’applicazione della morale, che è la morale del Vangelo, che è la morale che si basa sulla persona di Gesù, su quello che Lui ha fatto, su quello che Lui ha insegnato. Noi dovremmo preoccuparci. Se vi domandano una cosa abbastanza fondamentale, se non la sapete, secondo chi ve lo chiede, si può rischiare anche il peccato di scandalo: “Guarda, quello lì non lo sa, quello lì che si dice tanto cristiano non sa questa cosa!”. Noi, obbligati a sapere, dobbiamo sapere con completezza, con ordine, con profondità. S. Domenico perché ha contemplato ha fatto e l’ordine fondato da lui continua a fare un bene immenso nella Chiesa. S. Domenico andò, insegnò la verità e insegnò a studiare la verità nel mistero. Sono i Domenicani quelli che hanno propagato il Rosario: cos’è il Rosario? Il Rosario è una preghiera meditativa: mentre preghi rifletti, mentre preghi guardi dov’è la verità, perché la verità la devi leggere nella vita di Gesù e di Maria. Quindi la tua preghiera a Maria dev’essere la preghiera perché t’introduca alla verità, perché t’introduca nei misteri della redenzione, della salvezza. E’ una preghiera facile, infatti il Rosario è diventata la preghiera popolare per eccellenza, e nello stesso tempo ricchissima, perché presenta sinteticamente tutte le verità che si possono leggere nella persona del Salvatore e nella madre associata a Lui nella redenzione. Quindi l’impegno di vedere, l’impegno di riflettere, l’impegno di amare i misteri della fede è l’impegno che ci conduce chiaramente alla nostra formazione e alla nostra preparazione all’opera della evangelizzazione. Noi dobbiamo indubbiamente fare un grande esame di coscienza, per vedere se cerchiamo di fare quest’opera: acquisizione della verità, profondità della verità, verità vista come dono di salvezza, l’amore che dobbiamo portare a tutte le cose della nostra fede. Si deve a S. Domenico questo lavoro di sensibilizzazione molto estesa. Dobbiamo studiare come arrivare a coloro che sono lontani dalla fede.

CODICE 83N8A103
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza 09/12/1983
OCCASIONE Adunanza
DESTINATARIO Gruppo S. Giovanni Bosco
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Storia della Chiesa XII secolo S. Domenico
Condividi su
MOVIMENTO FAMILIARIS CONSORTIO
Via Franchetti, 2
42020 Borzano
Reggio Emilia
Tel: + 39 347 3272616
Email: info@familiarisconsortio.org
Website: familiarisconsortio.org
  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
    In fondo, forse, è il segreto più prezioso che ci ha svelato.”
    Umberto Roversi

© 2022 Movimento Familiaris Consortio | Via Franchetti, 2 42020 Borzano (RE) | info@familiarisconsortio.org |Privacy Policy | COOKIE POLICY | SITEMAPCREDITS