30/11/1975 - Articolo di fondo Il Ventilabro 18 Pellegrinaggio Anno Santo

lL VINO BUONO Sia benedetto il Signore! Il nostro pellegrinaggio a Roma è stato veramente una grazia preziosa. Un dono che abbiamo vissuto, toccato in una forma così viva che non avremmo prima potuto immaginare. Avevamo cercato di prepararci entrando in pieno clima di Anno Santo con la riflessione e l'ascetica degli Esercizi Spirituali. Ma quando siamo arrivati a Roma, ancora una volta abbiamo sperimentato come la bontà di Dio supera sempre ogni nostro desiderio ed elargisce guardando unicamente alla sua misericordia. Abbiamo sentito che si verificava qualcosa già avvenuto a Cana di Galilea. La nostra povertà veniva trasformata dalla sua potenza. L'acqua cambiata in vino. Ci veniva dato il vino buono in una percezione profonda della comunione ecclesiale, in un'ansia viva di conversione. Convertirsi: cambiare modo di pensare e di agire buttando via ogni infiltrazione dello spirito contrario a Gesù. Il rifiuto di quell'altro vino di cui è scritto: “La loro uva è velenosa, ha grappoli amari. Tossico di serpenti è il loro vino, micidiale veleno di vipere” (Dt 32, 32-33). Una volontà di rinnovamento individuale e comunitario di cui era segno la comune preghiera, il parlare tra noi, la gioia del trovarsi insieme. Una gioia vivace che prorompeva come il vino di Cana dalle giare della purificazione (Gv 2, 6). Una gioia che ha costituito la nota dominante della nostra esperienza comunitaria. La gioia di essere vicini al Papa, la gioia della fede nella preghiera sul sepolcro glorioso degli Apostoli, modelli di fortezza e di testimonianza. Abbiamo sentita in profondità la parola della Scrittura: “Voi non siete stranieri né ospiti, ma concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù” (Ef 2, 19-20). La vita della Chiesa si svolge sempre in mezzo alle tribolazioni e sentivamo come la nostra età ha tanti punti di somiglianza con i tempi degli Apostoli e dei Martiri dei primi secoli. Per la grazia di Dio “essi se ne andarono lieti di essere stati oltraggiati per amore del nome di Gesù” (At 5, 41). L’acqua dell’oltraggio cambiata nel vino della letizia. Abbiamo chiesta la medesima grazia. Eravamo molto uniti nella consapevolezza e nella responsabilità di essere a Roma per tutti i fratelli della nostra Parrocchia, per tutti gli impediti a muoversi, in modo speciale per tutti i sofferenti e gli ammalati, e per i piccoli così insidiati nella loro formazione cristiana. Per tutti abbiamo pregato: perché tutti comprendano come la Chiesa è comunità di vita e di amore per la salvezza del mondo. Sul suo volto infatti splende la luce di Cristo per illuminare tutti gli uomini: sacramento dell'unità di tutto il genere umano (Concilio Vaticano II). Un grazie fervido a tutti coloro che ci hanno aiutato e ci hanno dimostrato con molta cordialità la loro amicizia. In particolare vada la nostra riconoscenza all'Em. Card. Sergio Pignedoli che ci ha onorato con la sua amabile presenza e con la Santa Messa che ha voluto celebrare per noi in S. Pietro. E adesso vengano i frutti del pellegrinaggio nella vita di ogni giorno. Il nuovo anno di attività sia contrassegnato da particolare impegno, da una forte e perseverante generosità. Abbiamo sentito un poco che cosa vuol dire “essere Chiesa”. Ora un lavoro deciso. “Andate anche voi nella mia vigna” (Mt 20, 7).